Nel suo intervento alla Camera dei Comuni, David Cameron non ha escluso la possibilità che i raid della Raf contro le forze di "psicopatici" dello Stato Islamico possano spostarsi dall'Iraq alla Siria, affermando che vi sono le basi legali per farlo. "Voglio essere molto chiaro sulla questione dell'Is in Siria - ha detto rispondendo alle domande durante il dibattito - l'Is deve essere distrutto in Iraq come in Siria. Noi sosteniamo l'azione che gli Stati Uniti e i cinque paesi arabi hanno avviato in Siria".
Ma il premier britannico ha comunque confermato che ha deciso di limitare i raid britannici all'Iraq per tener conto della posizione dell'opposizione laburista che crede che per un intervento in Siria sia necessaria una risoluzione dell'Onu perché non ha, a differenza dell'Iraq, non governo democraticamente eletto. "Io credo che abbiamo la giustificazione legale per fare di più in Siria - ha affermato - ma non ho voluto portare questa mozione oggi in un'aula dove non c'é consenso. E' meglio per il nostro paese procedere sulla base del consenso. In questa aula vi sono molte preoccupazioni riguardo all'azione in Siria. E io le comprendo".
"E' vero - ha poi aggiunto - che la situazione siriana è più complicata di quella irachena. E' più complicata per la presenza di un dittatore brutale, Assad, e per la situazione di guerra civile ". "Noi stiamo per agire in Iraq su richiesta di un governo sovrano - ha aggiunto ricordando la richiesta di Baghdad - se dovessimo agire in Siria, vi sarebbero sempre le basi legali, trattandosi di difesa collettiva contro l'Is che minaccia l'Iraq. Lo ho già detto in questa aula: c'e' base legale se agisci per evitare una catastrofe umanitaria".
Infine, Cameron si è rivolto direttamente ai britannici affinchè non lascino che le ombre della guerra del 2003 offuschino la necessità di questa azione: "si tratta di terroristi psicopatici che stanno cercando di ucciderci - ha affermato - dobbiamo realizzare che, ci piaccia o no, loro ci hanno già dichiarato guerra. Non abbiamo la possibilità di voltarci dall'altra parte, nè sperare che questa cosa sparisca da sola".