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Camorra, arrestato imprenditore impegnato nella ricostruzione post sisma dell'Aquila

17 marzo 2015 | 10.39
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Raffaele Cilindro, 50 anni, imprenditore edile originario di San Cipriano d'Aversa. E' accusato di aver favorito la latitanza del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria. I Casalesi nella ricostruzione: a fine giugno arrestati 7 imprenditori

Camorra, arrestato imprenditore  impegnato nella ricostruzione post sisma dell'Aquila

I Ros di Napoli e militari dell'Arma di Casal di Principe (Caserta) hanno eseguito a Casapesenna una misura cautelare a carico di Raffaele Cilindro, 50 anni, imprenditore edile originario di San Cipriano d'Aversa e impegnato nella ricostruzione post-sisma dell'Aquila. Il suo nome era già emerso nell'inchiesta che a giugno scorso portò all'arresto di sette imprenditori per infiltrazioni camorristiche.

Dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pm Giuseppe Borrelli, Catello Maresca e Maurizio Giordano), è emerso che Cilindro avrebbe favorito la latitanza del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria. Eseguito anche un sequestro di beni.

Ospito' boss Michele Zagaria latitante - Raffaele Cilindro, secondo quanto ricostruito dalla Dda di Napoli, avrebbe agito in qualità di imprenditore legato al clan con il compito di finanziarlo attraverso dazioni di denaro periodiche e avrebbe avuto il compito di mantenere i contatti tra gli affiliati, di accompagnare Pasquale Zagaria, fratello di Michele, a summit di camorra e, infine, di aver ospitato nella propria abitazione il capoclan durante la sua latitanza.

Sequestrati beni per 1,5 mln euro - Nell'ambito dell'operazione è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili e immobili nella disponibilità diretta e indiretta di Cilindro, nonché delle società a lui riconducibili, per un valore stimato in circa 1,5 milioni di euro. Le indagini si sono avvalse anche delle recenti dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, già appartenuti al clan dei Casalesi gruppo Zagaria: si tratta di Attilio Pellegrino, detentore dal 2010 della cassa del clan, e di Massimiliano Caterino, uomo di estrema fiducia del capoclan, da lui incaricato di mantenere i rapporti con gli imprenditori di Casapesenna.

Nel casino' di venezia per riciclare soldi clan - Le indagini hanno documentato i rapporti di Cilindro con i fratelli di Michele Zagaria, Pasquale e Antonio, i frequenti viaggi a Venezia apparentemente organizzati per trascorrere serate in compagnia di altri imprenditori e affiliati nel Casinò ma in realtà finalizzati a riciclare denaro per conto del clan e, scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, "il solido rapporto relazionale con l'imprenditore di Casapesenna Raffaele Donciglio, anch'egli recentemente colpito da un provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli".

Cilindro già in inchiesta su ricostruzione L'Aquila - Il nome di Raffaele Cilindro compariva già in un capitolo dell'ordinanza di custodia cautelare che nel giugno scorso aveva portato agli arresti alcuni imprenditori che operavano nel capoluogo abruzzese per presunte infiltrazioni camorristiche. Nel provvedimento compariva il nome di Cilindro, per altro all'epoca non indagato, in una intercettazione telefonica e ambientale con Alfredo Di Tella, uno degli imprenditori arrestati nell'inchiesta denominata 'Dirty job', a cui lo legherebbe, secondo l'accusa, una lunga amicizia.

Intanto nelle ultime ore, anche alla luce di quest'ultima vicenda, il deputato abruzzese Gianni Melilla (Sel) ha chiesto al governo la istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione in Abruzzo.

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