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Campania: depurazione acque reflue, danno erariale di 53 mln euro

17 febbraio 2014 | 12.35
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Ammonta complessivamente a circa 53 milioni di euro il danno all'erario accertato dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli nell'ambito di complesse indagini delegate dalla procura regionale della Corte dei Conti per la Campania, su disposizione dei sostituti procuratori Pierpaolo Grasso e Ferruccio Capalbo, in relazione alla mancata rifunzionalizzazione dei depuratori delle acque reflue gestiti dalla ''Hydrogest Campania Spa'' e alla conseguente inefficienza del complessivo sistema di depurazione. Ciò a fronte di un esborso di denaro pubblico pari ad oltre 235 milioni di euro.

Le indagini hanno ricostruito le complesse vicende che hanno portato nel 2006 all'avvio della concessione, in regime di project financing, alla società di scopo ''Hydrogest Campania Spa" (costituita dall'Ati ''Tm.e Spa'' e ''Giustino Costruzioni Spa'') per l'adeguamento e la realizzazione del sistema di collettore Ps3, l'adeguamento degli impianti di depurazione di Acerra, Cuma, Foce Regi Lagni, Marcianise, Napoli Nord, nonché la realizzazione o l'adeguamento degli impianti di trattamento dei fanghi.

Il piano economico finanziario, rilevano i finanzieri, "prevedeva investimenti privati pari a complessivi 120 milioni di euro da destinare a rendere il processo depurativo conforme alla normativa ambientale. Parallelamente la 'Hydrogrest Campania Spa' riusciva altresì ad assicurarsi la gestione e l'incasso dei canoni sulle acque reflue per 15 anni, per un volume di introiti stimato in oltre un miliardo di euro". (segue)

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