Intervista all'amministratore delegato dell'agenzia per il lavoro (video)
"I dati che ha diffuso l'Inps sulle nuove assunzioni devono essere valutati con grandissima attenzione e molto interesse. Mentre infatti quelli diffusi qualche mese fa potevano essere interpretati solo come una stabilizzazione di precari, molti di questi nuovi dati, oltre 90.000, afferiscono a vere e proprie nuove assunzioni. Quindi, non soltanto il Jobs Act ha consentito di stabilizzare occasioni di lavoro temporanee, ma ha innescato un meccanismo per cui gli imprenditori ricominciano ad assumere e assumono a tempo indeterminato". Lo dichiara a Labitalia Giuseppe Campelli, amministratore delegato di Articolo1, società di servizi Hr e agenzia per il lavoro presente in tutta Italia.
Campelli è ottimista: "Siamo di fronte, io credo, a una ripresa effettiva -afferma- e penso che il Jobs Act abbia spezzato in qualche modo la paura degli imprenditori di assumere personale. E questo perché ha introdotto due misure molto importanti: da un lato, la possibilità di risolvere il rapporto di lavoro, dall'altro la previsione di un costo certo di questo scioglimento del rapporto, un costo non soggetto alle smanie di 'protagonismo' dei giudici, alle insidie alle alee dei tribunali".
Inoltre, con il Jobs Act, prosegue, si "è cominciato a ragionare in termini molto seri sulle politiche post-lavoro cioè sul ricollocamento, sulle politiche attive del lavoro, per chi ha perso il lavoro".
"Politiche -precisa Campelli- che superano la cassa integrazione e che vanno verso l'obiettivo che dovrebbe essere quello fondamentale: coniugare la flessibilità con la sicurezza del lavoro". Certo, sulla tenuta e su ulteriori sviluppi dell'occupazione, sottolinea il patron di Articolo1, "molto influirà anche il consolidamento della ripresa economica".
E, anche se nella prossima legge di stabilità dovessero sparire o ridursi di molto le agevolazioni contributive per le nuove assunzioni fatte dal 1° gennaio 2016, "per quelle fatte entro il 31 dicembre 2015 -dice Campelli- dovrebbero essere mantenute le agevolazioni per il successivo triennio". Insomma, "la flessibilità del lavoro non può essere disgiunta dallo sviluppo economico - avverte - perchè deve essere frutto di una scelta, deve essere volontaria". "Io cambio lavoro perchè sono sicuro di trovarne un altro -riassume Campelli- mentre in una situazione di crisi la flessibilità inevitabilmente decade verso la precarietà".
Per Campelli, siamo di fronte anche a un "cambiamento epocale nelle relazioni industriali". "Per molti anni, la somministrazione in Italia è stata vista anche come un modo per evitare le assunzioni da parte delle imprese -spiega- e, in un certo senso, la somministrazione, che avrebbe dovuto colmare alcune esigenze specifiche, è diventata un elemento strutturale dell'organizzazione del lavoro. Ma questo -afferma senza mezzi termini l'ad di Articolo1- non è positivo. Può sembrare positivo per i nostri fatturati, ma dal punto di vista del sistema non è un fatto positivo. Le aziende devono avere una propria organizzazione con personale proprio verso il quale avere interesse sulla formazione e sullo sviluppo. Se la gran parte del personale di un'impresa è somministrato non è un buon segno".
Ora le agenzie di somministrazione hanno davanti a loro una grandissima possibilità, aggiunge Campelli: "Quella di non essere semplici mediatori di manodopera ma di diventare protagonisti del mondo del lavoro, andando anche loro verso il lavoro a tempo indeterminato. L'idea di avere degli organici di personale precario, prestato di volta in volta a chi lo chiede, è un'idea sbagliata, non è quella che aveva mosso la costituzione della somministrazione in Italia".
"Il nostro desiderio -prosegue- è quello di recitare un ruolo da protagonisti. Quindi agenzie per il lavoro che cercano, selezionano e formano personale da fornire non più a livello individuale ma come gruppo, come team, come equipe a coloro che possono usare le competenze. Io non mi immagino più una fornitura di ore di lavoro ma di competenze specializzate".
"Per questo Articolo1, in relazione al numero di dipendenti e collaboratori che ha, è quella che ha la maggior quota di personale a tempo indeterminato -conclude- perchè noi vediamo questo futuro. Naturalmente, questo presuppone da parte nostra una specializzazione: l'idea di un'agenzia del lavoro generalista non è più attuabile". In questo momento, per le missioni di Articolo1 lavorano 3.800 dipendenti. Tra questi, quasi 900 sono assunti a tempo indeterminato. I settori in cui opera l'agenzia di Campelli sono prevalentemente il lusso, la cosmetica, la farmaceutica, il gaming e la cura alla persona.