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Camusso rilancia l'appello all'unità

22 gennaio 2019 | 14.01
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dall'inviata Alessandra Testorio

Avanti tutta sull'unità sindacale, su un nuovo 'patto' con Cisl e Uil, l'unica scelta 'politica' possibile per rafforzare l'autonomia, l'unico antidoto ad un governo che non intende riconoscere la forza della rappresentanza del sindacato. E' la rotta che Susanna Camusso, leader uscente della Cgil, traccia per il suo successore in un prossimo futuro. Una strada precisa, anzi "una scelta obbligata, l'unica che potrebbe fare la differenza, che guarda ad un orizzonte nuovo" e che "salvaguarda e rafforza l'autonomia", scandisce dal palco del XVIII congresso impegnato in una combattuta scelta di leadership. "La dobbiamo fare perchè la smaterializzazione della partecipazione attiva alla politica non solo favorisce le solitudini e i rancori ma moltiplica l'incultura e la rottura dei legami di solidarietà", incalza Camusso rivolta ad una platea da cui è assente, per la prima volta, il governo. Una mancata partecipazione spiegata 'diplomaticamente' al sindacato, come una semplice questione di agende ma che per la Cgil, dice ancora Camusso, "è la conferma di una idea che nega il riconoscimento di quelle forze che sono invece fondamentali per determinare la coesione del paese". E' il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invece a ribadire il peso delle forze sociali."Nella storia repubblicana il sindacato è stato protagonista nel promuovere e accompagnare la crescita economica e dei diritti dei lavoratori, con piena responsabilità nazionale anche in momenti molto difficili, sapendo unire il mondo del lavoro al di là degli stessi interessi contingenti", scrive nel suo messaggio al congresso Cgil auspicando che anche "nei tempi nuovi questi principi possano ancora alimentare l'azione riformatrice del sindacato, per allargare le opportunità di lavoro". Pronti ad aprire alla proposta Uil e Cisl, seppure con accenti diversi. Per tutti infatti l'unità è l'unico modo di riaffermare una rappresentatività oggi sconosciuta al governo. E se la Uil di Barbagallo guarda ad una possibile riedizione corretta su basi proporzionali del patto federativo del '72 con cui costruire organi di governo sindacale unitari, la Cisl di Furlan chiede invece che il processo parta dal basso. "Non possiamo più aspettare. Oggi impieghiamo tre anni per assumere scelte che poi, magari, dureranno solo sei mesi, e questo non può più accadere", dice Barbagallo che chiarisce come in un futuro patto federativo bisognerà comunque "stabilire che non ci dovranno essere diritti di veto, né maggioranza assoluta a favore di una singola organizzazione". Anche per la Cisl "l'unità è una conquista continua ma va fatta crescere dal basso. Apriamo dunque questo cantiere ma senza soluzioni calate dall'alto perché senza il coinvolgimento delle persone sarebbe complicato realizzarla", conclude Furlan.

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