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Spari in moschea Québec, fermato uno studente: 'ammira Trump'

30 gennaio 2017 | 07.28
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(AFP) - (AFP)
(AFP) - (AFP)

E' di 6 morti e 8 feriti il bilancio di una sparatoria all'interno di una moschea - il Centro culturale islamico di Québec City- nella città sudorientale canadese: stando alla CBCNews, decine di fedeli erano riuniti all'interno della moschea per la preghiera della sera quando, poco prima delle 20 ora locale, è iniziata la sparatoria.

La polizia ha fermato due persone: una sola, però, è ritenuta collegata all'attentato. Il sospettato, secondo diversi media canadesi, è Alex Bissonette. Da quello che emerge da account social del presunto assalitore individuati dal gruppo Site specializzato in informazioni sul terrorismo, Bissonette è un ammiratore di Trump, Marine Le Pen, e delle forze militari israeliane. La seconda persona è in stato di fermo come testimone. Uno dei due uomini è stato fermato sulla scena della strage, il secondo dopo che ha chiamato i servizi di emergenza del 911, nella sua auto su un ponte che porta all'isola Orleans.

La polizia ha confermato che i due sono fra i venti e i trent'anni e non hanno precedenti penali. I soggetti sarebbero s tudenti dell'università Laval di Quebec City, come riferisce Radio Canada, precisando che secondo una fonte vicina all'inchiesta uno dei due - entrambi residenti a Quebec - sarebbe di origine marocchina.

Secondo un testimone citato da Radio Canada, nella moschea -dove al momento dell'attacco erano presenti circa 50 persone- sarebbero entrati due individui mascherati: avevano "un accento del Quebec" e mentre sparavano "urlavano 'Allahu akbar!'".

I media canadesi intanto hanno reso noto che le sei vittime sono di età compresa tra i 35 ed i 70 anni e che tra gli otto feriti ce ne sono alcuni in gravi condizioni.

"Questa gente va pacificamente a pregare ogni giorno ma ora qualcuno di loro non tornerà mai più a casa dalla preghiera". A parlare in questi termini è Mohamed Yangui, presidente della moschea di Québec City. Yangui ha raccontato di essere stato chiamato all'obitorio per il riconoscimento dei corpi e ha riferito di un grosso dispiegamento di forze dell'ordine attorno al Centro Culturale Islamico. La stessa moschea attaccata oggi era stata presa di mira a giugno, quando davanti all'edificio era stata lasciata una testa di maiale, animale le cui carni sono vietate e considerate impure dall'Islam.

TRUDEAU - Il premier canadese Justin Trudeau ha descritto la sparatoria parlando di "attacco terroristico", riferisce la Bbc. Trudeau ha detto di aver appreso la notizia con "shock tremendo, tristezza e rabbia".

"Condanniamo questo attacco terroristico contro i musulmani in un centro di culto e rifugio", ha affermato con una dichiarazione Trudeau. "Mentre le autorità continuano ad indagare e i dettagli vengono confermati, è straziante assistere a tanta violenza insensata . La diversità è la nostra forza e la tolleranza religiosa è un valore che noi, come canadesi, abbiamo a cuore".

COUILLARD - Solidarietà "ai cittadini del Quebec di religione musulmana" e condanna della "violenza barbara". Ad esprimerle, commentando su Twitter l'attentato nella moschea, è il premier della provincia canadese, Philippe Couillard. "Il Quebec respinge categoricamente questa violenza barbara. Tutta la nostra solidarietà alle persone vicine alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie".

Il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni ha voluto "esprimere le condoglianze al governo canadese e a Justin Trudeau per l'attacco di ieri sera a una moschea di Quebec city". Il premier ne ha parlato a palazzo Chigi, in occasione dell'incontro con il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani. "Il governo italiano è vicino alle vittime e ai famigliari, alla comunità musulmana canadese, oltre che al governo e al presidente Trudeau", ha sottolineato.

Per il premier, è "un modo anche per confermare il nostro atteggiamento di vicinanza e solidarietà alla stragrande maggioranza dei cittadini di fede islamica che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi che rifiutano il terrorismo fondamentalista, di cui sono spesso vittime e bersagli".

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