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Cannabinoidi 'di Stato', appello famiglie a Farmaceutico militare

05 maggio 2014 | 16.57
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Cannabinoidi 'di Stato', appello famiglie a Farmaceutico militare

(Adnkronos Salute) - "Fate presto, i nostri cari hanno bisogno della terapia del dolore con i farmaci cannabinoidi". Che, attualmente, sono difficili da ottenere e hanno un costo molto alto, che però potrebbe essere ridotto di un quarto se venissero prodotti in Italia, dall'unica azienda farmaceutica 'di Stato', lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. "Ogni giorno riceviamo una ventina di richieste da parte di famiglie con malati di cancro e di Sla, che vorrebbero che noi iniziassimo la produzione di questi medicinali. Noi siamo pronti, ma manca il via libera del ministero della Salute e del ministero della Difesa. Chi deve decidere, deve sbrigarsi", denuncia all'Adnkronos Salute Domenico Cotroneo, rappresentante sindacale del Farmaceutico militare. "Leggi regionali emanate nel corso del 2013 - ricorda Cotroneo - ci inquadravano come potenziale produttore 'garante' a livello istituzionale per questi farmaci. In effetti, la nostra struttura ha un ruolo strategico perchè garantisce serietà e competenze. Si prevedeva che presso il nostro istituto fossero coltivate piantagioni di cannabis per uso terapeutico e noi abbiamo già predisposto 400 metri quadri di spazi a questo scopo, spazi che potrebbero essere ampliati fino a quadruplicarsi. Ma stiamo aspettando che qualcosa si muova". Cotroneo sottolinea che "dovrebbe uscire una legge quadro che riassuma le varie normative regionali e i ministeri competenti devono darci il via libera operativo. Intanto, abbiamo ricevuto già un migliaio di lettere da famiglie con malati bisognosi di terapia del dolore. Una fiala di farmaco cannabinoide costa oggi sui 700 euro, noi potremmo produrla a costi molto minori. Già lo facciamo per i medicinali orfani, quelli dedicati alle malattie rare, e potremmo farlo anche per gli antitumorali, come il metrotressato, abbassando il costo a circa un quarto dell'attuale". "L'Italia ha questa risorsa importante, che è lo Stabilimento chimico-farmaceutico militare: va fruttata. Purtroppo penso che quando si parla di cannabis, il problema sia di tipo culturale. Eppure, ribadisco, il nostro Stabilimento garantirebbe la serietà della produzione di questi medicinali a uso terapeutico", conclude.

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