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Cannes, si parte con il film su Grace Kelly. Kidman: una bella sfida

14 maggio 2014 | 15.37
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Cannes, 14 mag. (Adnkronos/Cinematografo.it) - 'Grace di Monaco' apre il 67mo Festival di Cannes. La giuria, presieduta dalla neozelandese Jane Campion e di cui fanno parte anche Sofia Coppola e Carole Bouquet, si troverà a dover decidere tra diciotto film in gara. La manifestazione comincerà con la proiezione del discusso film su Grace Kelly, 'Grace di Monaco' di Oliver Dahn, interpretato da Nicole Kidman. L'unico film italiano a competere per la Palma d'Oro sarà 'Le meraviglie' di Alice Rorwacher. Tra gli altri film in concorso, ci sono 'Winter Sleep' di Nuri Bilge Ceylan, 'Saint Laurent' e 'Maps to the stars' di David Cronenberg.

La chiusura della kermesse è in programma ufficialmente per il 25 maggio, ma data la concomitanza delle elezioni europee, previste per quella data, la Palma d'Oro verrà consegnata al vincitore il giorno prima, il 24 maggio.

Diretto dal francese Olivier Dahan (La vie en rose), 'Grace di Monaco' riporta sul grande schermo Grace Kelly, interpretata proprio dalla Kidman: dopo aver sposato il Principe Ranieri III (Tim Roth) nel 1956, diventando, appunto, Grace di Monaco, Alfred Hitchcock le offrì di tornare a Hollywood per recitare nel suo nuovo film, Marnie. ''Uh, che sfida!'' dice la Kidman. Nel frattempo, la Francia di de Gaulle minacciava di annettere il Principato? Nel cast anche Frank Langella, Parker Posey, Jeanne Balibar, Sir Derek Jacobi e Paz Vega nel ruolo di Maria Callas, 'Grace di Monaco' non ha avuto il placet della famiglia Grimaldi, che viceversa l'ha ufficialmente sconfessato: ''Come mi sento? Triste, ovviamente, perché - dice la Kidman - credo che il film non sia cattivo verso la famiglia, Grace o Ranieri. Non è un biopic, ma c'è l'essenza della verità con a volte delle licenze drammatiche, ma insieme capisco i Grimaldi perché vogliono proteggere la privacy della madre e del padre. Ma la mia, la nostra performance è fatta con amore, affetto per entrambi i genitori e la loro love story''.

''Già nella mia mente - interviene il regista Dahan - non era un biopic: il film parla di cinema, parla di un'attrice, ho cercato di fare un film complesso e nello stesso tempo accessibile. Nicole è una grande attrice, potevo passare dalla faccia di Grace alla sua senza sentire nulla: non parlo di somiglianza fisica ma di emozione, spiritualità''.

Ribadendo che del film, che uscirà anche in America, ''esiste una sola versione, questa, ed eventuali cambiamenti li faremo insieme io e Harvey Weinstein'', Dahan evidenzia che ''quasi tutto è vero nel film, ma volevamo il cuore della situazione e qualche volta abbiamo piegato la realtà: de Gaule non è mai stato al Ballo della Croce Rossa, Hitchcock non ha mai incontrato Grace a Monaco, ma li volevamo con lei nella stessa inquadratura''.

''Sono personaggi storici, ho avuto - dice l'attrice australiana - molto footage disponibile da guardare, e dopo cinque mesi di preparazione potevo sentire la voce di Grace: ho cercato di entrare nella sua pelle con gentilezza, lei era bellissima''. Tra il cinema e l'amore Grace scelse il secondo, la Kidman che farebbe? ''Ha scelto l'amore, come fanno molti nella vita. Era una stella, aveva vinto un Oscar, ma voleva il matrimonio e la famiglia. Io non ho mai dovuto scegliere tra lavoro e amore, ma non avrei dubbi: l'amore è l'emozione, senza quello non esisterei. Ma gli alti e bassi dell'amore e del lavoro coincidono nella mia vita, e poi quando hai figli la tua vita cambia: hai paura di morire''.

Che cosa sento di avere in comune Nicole con Grace? ''Nella scena in cui recito il copione di Marnie l'ho sentita molto vicina, ma io non ho sposato un Principe, anzi, sì: un principe del country (Keith Urban, Ndr)''. Viceversa, Tim Roth si dice ''sorpreso, intrigato da quest'uomo, Ranieri, che non conoscevo e ho dovuto studiare. Ho avuto bisogno di un training, il materiale su di lui non era tantissimo come per Grace. Credo Ranieri l'amasse moltissimo''. Se Paz Vega sottolinea come ''interpretare Maria Callas capita solo una volta nella vita, ci sono saltata su!'', il direttore della fotografia Eric Gauthier indica in 'Caccia al ladro' e 'M for Murder' le ispirazioni hitchcockiane di 'Grace di Monaco': ''Volevamo riprodurre l'estetica dell'epoca, far sentire che lei era un'attrice''.

Il Festival di Cannes è indissolubilmente legato alla vicenda umana di Grace Kelly che proprio grazie al Festival conobbe il Principe Ranieri III di Monaco, con il quale si sarebbe sposata il 18 aprile del 1956 con rito civile e il giorno dopo con una cerimonia religiosa che fece epoca. Il primo incontro 'faccia a faccia' fra l'attrice e il principe, nel 1955, ebbe un testimone d'eccezione, il decano dei critici cinematografici italiani Gian Luigi Rondi: "Grace Kelly faceva parte di una delegazione del Festival di Cannes, nella quale ero anche io, in visita al Palazzo dei Principi di Monaco, conosciuto anche come Palazzo Grimaldi, e in quell'occasione conobbe il Principe Ranieri", racconta Rondi all'AdnKronos. Se il festival fu 'galeotto' per la futura coppia principesca ora il suo storico rapporto con i Grimaldi è a rischio proprio per colpa della pellicola su Grace Kelly: la famiglia reale di Monaco ha infatti sconfessato a più riprese il film, definendolo una "farsa" che riporta un resoconto "totalmente fittizio" degli eventi del piccolo principato; una storia dagli "intenti puramente commerciali", nella quale la principessa Grace infrange il protocollo di palazzo e si strugge per il suo passato di star cinematografica; un film che "non può in nessuna circostanza essere classificato come biopic".

Rondi non ha visto il film e non entra nel merito, ma in generale dei biopic dedicati a grandi dello spettacolo o ad appartenenti a famiglie reali, e 'Grace' è di fatto su entrambi i fronti, ha un giudizio severo: "In sostanza rispondono alla stessa logica che spinge i rotocalchi a dare grandissimo spazio a questo tipo di personaggi, amati e seguiti dal pubblico, che assicurano grandi tirature; sceglierli mi pare quasi una scelta essenzialmente commerciale". Il decano dei critici cinematografici italiani, poi, regala un altro ricordo di Grace, qualche anno dopo, quando era già principessa, sempre legato al Festival: "A Cannes c'era Elizabeth Taylor e in un grande albergo di Monte Carlo si tenne una festa, lei si presentò con un magnifico diadema ma gli addetti al cerimoniale le chiesero di toglierlo perché era presente anche Grace e solo lei, in quanto principessa regnante, aveva il diritto di indossare un diadema alle occasioni pubbliche cui partecipava, fatta eccezione per altre regnanti. La Taylor rinunciò al suo".

A caratterizzare l'edizione di quest'anno sarà l'eccezionale presenza femminile nella veste di registe. Saranno in quindici le donne dietro la macchina da presa su quarantanove titoli, protagonisti a Cannes 2014.

In pole position l'Italia che gioca la doppietta con Alice Rohrwacher in Concorso ('Le meraviglie' con la sorella Alba e Monica Bellucci) e Asia Argento in Un Certain Regard con il personalissimo 'Incompresa', protagonista Charlotte Gainsbourg. Tra le sorprese di questa edizione c'è il canadese Xavier Dolan, promosso in competizione con 'Mommy' (dopo l'esperienza di 'Tom a' la ferme' alla 70esima Mostra del Cinema), 'Leviathan' di Andrey Zvyagintsev (Leone d'Oro veneziano nel 2003), Jessica Hausner, autrice del controverso 'Lourdes', è finita con 'Amour fou' in 'Un certain Regard', forse per eccesso di raffinatezza.

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