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Cantone: "Segnale di ostilità, qualcuno vuole ridimensionare l'Anac"

21 aprile 2017 | 08.35
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Raffaele Cantone (Foto Fotogramma)
Raffaele Cantone (Foto Fotogramma)

"È il segnale che c'è chi, nei palazzi qua intorno, sta seriamente pensando di ridimensionare l'Anac". Così il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, in un colloquio con 'Repubblica', commenta la cancellazione, da parte del Cdm, del comma 2 della legge 211 sugli appalti, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei poteri dell'Anac in materia di vigilanza. Una decisione sulla quale Palazzo Chigi ha assicurato di volere porre rimedio già in sede di conversione del Dec.

"Certo, sì, sono perplesso e preoccupato da questa vicenda nel suo complesso, non solo per la norma specifica in sé, ma per come è emersa questa scelta, all'insaputa del Parlamento, perché fatta in questo modo diventa un segnale negativo, quasi un atto ostile nei nostri confronti", ribadisce Cantone, che nella giornata di ieri ha avuto sulla vicenda contatti telefonici con il premier Paolo Gentiloni, nonostante i quali continua a porsi una serie di domande: "Chi è stato?", "Perché lo ha fatto?", "Quali obiettivi si riproponeva di raggiungere", e soprattutto "Perché ha agito così di nascosto?".

E' proprio la mancata interlocuzione da parte del governo con l'Anac per chiedere una valutazione sulle possibili conseguenze della soppressione a destare la "preoccupazione" di Cantone. "Nessuno può pensare che ci siano stati degli abusi - chiarisce - per la semplice ragione che questa norma non è mai stata utilizzata".

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