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Capitolati Recycle per valorizzare inerti di recupero nelle costruzioni

29 aprile 2014 | 16.07
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Capitolati Recycle per valorizzare inerti di recupero nelle costruzioni

La spinta all'innovazione ambientale nel settore delle costruzioni passa anche attraverso il superamento di un paradosso: quello di un Paese con 2.500 cave da inerti e almeno 15.000 abbandonate, di cui oltre la metà ex cave di sabbia e ghiaia, e in cui si conferiscono a discarica oltre 30 milioni di tonnellate di inerti provenienti dalle demolizioni delle costruzioni. In Paesi come Olanda e Germania dove si arriva a utilizzare il 90% degli inerti provenienti dall'edilizia, si crea un numero da due a tre volte maggiore di posti di lavoro grazie alla filiera del recupero e del riutilizzo.

Uscire da questa situazione è un impegno già preso dall'Italia con il recepimento della direttiva Ue sul riciclo dei rifiuti inerti che prevede che nel 2020 si raggiunga un obiettivo al 70%. Sono alcuni dei dati emersi in occasione della presentazione del Rapporto Cave 2014 di Legambiente, occasione per fare il punto sulla situazione italiana e ragionare di proposte per ridurre l'impatto ambientale dell'attività estrattiva nel territori. In questa direzione va la proposta di Capitolati Recycle elaborata in collaborazione con Atecap che si pone l'obiettivo di stimolare le stazioni appaltanti a intraprendere la strada già fissata al 2020 dalla direttiva Ue.

Obiettivo: avviare la transizione verso un settore delle costruzioni che abbia al centro il riciclo. I capitolati rappresentano uno snodo fondamentale per fare chiarezza nell'utilizzo, nelle garanzie e nelle prestazioni degli aggregati riciclati e superare quella diffidenza da parte dei direttori dei lavori legata alla paura delle responsabilità amministrative e penali derivanti da un eventuale uso improprio dei materiali.

La proposta di Capitolati Recycle vuole contribuire a fare chiarezza nei capitolati d'appalto rispetto all'applicazione degli aggregati di riciclo nell'industria delle costruzioni. In particolare, il documento individua delle definizioni che devono entrare nei capitolati speciali d'appalto (Csa) e nell'elenco prezzi unitario (Epu) in modo da semplificare e dare uniformità di lettura alle normative esistenti sui materiali recuperati e impedire che possano essere esclusi dall'impiego in tutte le infrastrutture.

La parte sui capitolati speciali d'appalto è divisa in tre parti ed è organizzata la parte relativa all'Epu. Nelle prime due si è intervenuti sulle definizioni degli aggregati e delle miscele da impiegare nel settore delle costruzioni; nella terza parte sono elencate le categorie di opere e le relative definizioni. Si propone poi di integrare i capitolati e gli elenchi prezzi con definizioni che permettano di superare i problemi che ancora incontrano i materiali provenienti da riciclo.

Il documento è destinato a stazioni appaltanti, enti pubblici e privati, aziende, direzioni lavori, produttori di materiali, università, istituti di ricerca ed enti certificatori. Nei prossimi mesi si procederà con la diffusione del documento e con la richiesta alle stazioni appaltanti di modificare i capitolati per integrare, dove necessario, le definizioni. Per valorizzare e far conoscere tutte le realtà che si stanno già adoperando in questa direzione, sarà costituito un osservatorio con l'obiettivo di approfondire aspetti tecnici e normativi, individuare buone pratiche da valorizzare nei diversi campi.

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