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Capone: "Morti bianche ovunque, non c'è regione più o meno evoluta"

24 novembre 2018 | 13.13
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Capone:

"Le due regioni in Italia dove si muore di più sul luogo di lavoro sono Lombardia e Veneto. Un dato particolare, specchio preciso della situazione: non ci sono regioni più o meno evolute, gli incidenti sono diffusi su tutto il territorio, anche in quei posti dove pensiamo ci possano essere aziende all'avanguardia, più attenzione e meno lavoro nero". Lo dice all'Adnkronos Paolo Capone, segretario generale della Ugl, a Napoli per l'iniziativa del sindacato 'Lavorare per Vivere', durante la quale, per sensibilizzare l'opionione pubblica, vengono installate sagome bianche in numero pari alle persone morte sul lavoro. In piazza del Plebiscito, nel capoluogo partenopeo, oggi ne sono state posizionate 1029.

"C'è chi mi ha detto una frase che mi ha colpito, tra le tante persone che si sono fermate: queste sagome sono un cazzotto allo stomaco", racconta Capone. "Questo succede perché vederle così è differente dal sentire la 'contabilità' quotidiana di una morte un giorno, una morte un altro giorno. Si pensa sempre che succeda lontano da noi".

Tornando ai dati sulle morti in tutta Italia, il segretario dell'Ugl non ha dubbi sulle cause, che vanno dalla " carenza di formazione" a quella "dei controlli, che oggi sono in percentuali millesimali". E poi ancora, "deve essere tutelato il lavoro precario, perché con una minore permanenza non si entra nei processi di formazione. Infine - suggerisce ancora Capone - incide in modo significativo l'età dei lavoratori, più si va avanti più si è a rischio".

Per il leader sindacale, però, non è sufficiente aumentare i controlli e spingere sulla formazione nei posti di lavoro. Quest'ultima, dice, "deve avvenire in un percorso che parta già dalle scuole secondarie, che insegni ai ragazzi i prodromi della sicurezza. Perché è dalle scuole che usciranno i lavoratori e gli imprenditori di domani".

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