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**Carceri: camere penali internazionali, 'Olanda vuole 41bis, speriamo non copi abusi Italia'**

15 giugno 2022 | 17.51
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"Va bene prendere il buono che c’è nella normativa antimafia italiana, però cercando di evitare di ereditare o di copiare tutte le violazioni ai principi costituzionali di rispetto e di dignità dell’uomo". Così all’AdnKronos l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, che ieri, insieme ad altri avvocati internazionalisti di livello, ha incontrato a Roma, presso l’Ambasciata, il ministro della Giustizia e della Sicurezza olandese, Dilan Yeșilgöz-Zegerius, in Italia per alcuni incontri istituzionali (ha incontrato anche i ministri Lamorgese e Cartabia), per collaborare alla stesura di una riforma dell'ordinamento penitenziario di quel Paese che preveda l'introduzione dell'articolo 41bis, il cosiddetto ‘carcere duro’, anche in Olanda. "Negli ultimi mesi in Olanda si sono verificati dei casi molto gravi - spiega Tirelli all’AdnKronos -, una sorta di Duisburg, con l’omicidio di un giornalista olandese per mano della ‘Mocro Maffia’. Ma soprattutto in Olanda sono spaventati dal fenomeno ’ndranghetista, che investe pesantemente e si è introdotta nei flussi importanti dell’economia olandese. In buona sostanza in Olanda è stata clonata la struttura delle ’ndrine, addirittura con il coinvolgimento di avvocati e soggetti di origine italiana o non italiana ma già olandesi di seconda generazione. Per queste ragioni le autorità olandesi hanno pensato di ‘copiare’ il modello italiano del carcere duro".

"All’incontro - prosegue Tirelli con l'Adnkronos - c’era l’ambasciatore, l’Interpol, il presidente del loro Consiglio nazionale forense, un magistrato di collegamento. Noi gli abbiamo spiegato che non è possibile introdurre il 41bis senza avere il 416 bis o l’articolo 7, non avrebbe senso, anche se, approfondendo e verificando, abbiamo scoperto che loro in effetti ce l’hanno già, anche se è un po’ diverso e non lo chiamano 41bis. Il problema, ed è quello che gli abbiamo detto, è che per importare il ‘carcere duro’ occorre anche importare le norme di prevenzione contro il riciclaggio, le norme amministrative anche in campo commerciale e imprenditoriale o di registri imprenditoriali sull’antimafia, introdurre, come dicevo, la figura dell’associazione di stampo mafioso nel codice penale, che al momento non hanno, inserire una commissione antimafia permanente nel parlamento e così via".

"Ho poi posto una domanda - sottolinea Tirelli -: cara Olanda, noi abbiamo il 41bis perché abbiamo avuto le bombe, lo abbiamo introdotto dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino, ma voi la vera mafia ce l’avete? Le organizzazioni criminali possono decidere chi è il sindaco di Rotterdam o il piano regolatore dell’Olanda?". "Loro  - spiega il presidente delle Camere penali - sono abbastanza preoccupati anche dell’aspetto umanitario legato al 41bis, anche se ormai il ministro della Giustizia sembra abbastanza deciso nel voler provare ad introdurre questa norma attraverso un disegno di legge da far poi approvare al parlamento olandese. Lui, comunque, ritiene che le condizioni sociali olandesi siano tali per cui una norma del genere verrebbe accettata.". "In ogni caso sapevano tutto - spiega l’avvocato Tirelli -, anche delle polemiche italiane intorno al 41bis. Abbiamo parlato anche della morte al 41bis, nel carcere di Opera a Milano, di Cosimo Di Lauro, spiegando al ministro che, ad avviso delle Camere penali internazionali, del 41bis in Italia si è fatto un abuso, non un uso. Abbiamo spiegato anche che lo scopo del carcere duro non è tanto la punizione severissima, certo, anche quella, ma soprattutto lo sradicamento di un boss dal suo territorio, dal suo ambiente".

"Ecco - aggiunge il legale - , uno come Cosimo Di Lauro è rimasto al 41bis per 17 anni pur non avendo più nessun tipo di radicamento sul territorio. Il 41bis non può significare rinchiudere qualcuno in uno sgabuzzino a vita. Quella è tortura. Al ministro olandese ho spiegato che quando un mafioso entra nel 41bis già non conta più nulla nella struttura della mafia, è già stato sostituito, la mafia sa già che non si può più fare affidamento su di lui. Tenere dunque Di Lauro al carcere duro, così come Cutolo, oppure Riina e Provenzano, è tortura". "Abbiamo proposto al ministro olandese - conclude, infine, Tirelli -, e loro hanno apprezzato l’idea, di allocare i detenuti al 41bis in istituto speciali nelle colonie olandesi d’oltremare. Inoltre abbiamo proposto di far accompagnare all’avvocato di fiducia anche un avvocato d’ufficio che permane anche in presenza del primo, come si fa in Germania. Questo perché loro hanno molta paura della figura dell’avvocato come vettore delle informazioni. Uno dei motivi è che avevano arrestato un avvocato di origini calabresi, anche se ormai olandese, che era un po’ il vettore all’esterno, in Calabria, delle mafie olandesi".

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