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Carceri in rivolta, il sovraffollamento nei dati del 29 febbraio

09 marzo 2020 | 20.51
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La rivolta nelle carceri italiane rompe il silenzio sulle condizioni in cui vivono detenuti in sovraffollamento e lavorano agenti della polizia penitenziaria in numero esiguo rispetto alle attuali esigenze. Gli ultimi dati regione per regione

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

di Silvia Mancinelli
La rivolta nelle carceri italiane rompe il silenzio sulle condizioni in cui vivono detenuti in sovraffollamento e lavorano agenti della polizia penitenziaria in numero esiguo rispetto alle attuali esigenze e alla vigilanza dinamica più volte definita come "ingestibile" dagli stessi operatori. A fronte di una capienza regolamentare di 50.931 detenuti, infatti, sono 61.230 quelli presenti (tra questi 2702 sono donne e 19.899 stranieri) nei 189 istituti sparsi sul territorio nazionale. Millenovantasette i detenuti in semilibertà, 156 dei quali sono stranieri. I dati, aggiornati al 29 febbraio scorso, sono stati diffusi dal sindacato di Polizia penitenziaria Sappe ma saranno riscritti con i censimenti in corso dopo i decessi a Modena, i trasferimenti in altre strutture dopo le rivolte e le evasioni dall’istituto di Foggia dove manca ancora all’appello una quarantina di detenuti.

Il numero più alto di reclusi in Lombardia con 8720 detenuti divisi in 18 istituti: la capienza regolamentare sarebbe di 6199, quasi 3mila in meno. Segue la Campania con 7419 detenuti in 15 strutture che potrebbero ospitarne 6211 in totale. Nel Lazio 6667 detenuti occupano le celle di 14 istituti studiati per accoglierne 5244. In Sicilia, dove maggiore è anche il numero di strutture, sono 6590 divisi in 23 istituti dove potrebbero stare al massimo in 6495. In Piemonte sono 4553 i detenuti a fronte dei 3971 previsti nelle 13 strutture della regione. Sono 3895, a fronte dei regolamentari 2989, i reclusi nelle 10 carcere dell’Emilia Romagna. Appena più basso il numero dei reclusi in Puglia: 3863 a dispetto dei 2517 che entrerebbero negli 11 istituti.

In Toscana non va meglio: 3136 i detenuti che potrebbero stare nelle 16 carceri, me sono invece 3590. Lieve il sovraffollamento in Calabria dove a dispetto di una capienza regolamentare di 2735 detenuti, sono 2779 i reclusi nei 12 istituti. In Veneto 2638 i detenuti per 9 strutture: potrebbero starcene 1942. Sono 2014 in Abruzzo, a fronte dei 1650 regolari per 8 carceri, 1519 nelle 6 carceri in Liguria contro i 1104 teoricamente accettati.

E ancora: 1485 in Umbria contro i 1324 regolamentari in 4 istituti e 926 nei 6 istituti delle Marche a fronte di una capienza per 857 detenuti.

Il sovraffollamento è anche in Valle D’Aosta dove nell’unico carcere presente convivono in 239 a dispetto dei 182 consentiti. Più del doppio, rispetto alla capienza regolamentare, i reclusi in Molise: 475 contro i 270 nei 3 istituti del territorio. Pesante anche la situazione in Friuli Venezia Giulia dove 663 detenuti si dividono le 5 strutture studiate per ospitarne 479. Sono 461 nelle 3 strutture della Basilicata, 50 in più del consentito. Brillano per merito gli istituti penitenziari del Trentino Alto Adige dove, a fronte di una capienza regolamentare di 506 detenuti, sono reclusi in 424 in 2 istituti e la Sardegna dove in 10 carceri vivono 2310 persone a fronte di una capienza regolamentare di 2710 detenuti.

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