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Carige, Cdm vara dl: possibile ricapitalizzazione pubblica

07 gennaio 2019 | 22.42
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(Fotogramma)
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Il governo ha approvato stasera in Consiglio dei ministri un decreto legge per banca Carige . Il provvedimento prevede la possibilità per l'istituto di credito "di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono - si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi - nella concessione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia". "In stretto raccordo con le istituzioni comunitarie, le garanzie previste - si precisa - saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato".

In considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta, viene inoltre prevista la possibilità per Carige di accedere, attraverso una richiesta specifica, a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili (cosiddetti scenari avversi dello stress test).

"Le misure previste nel decreto si pongono in linea di continuità con il provvedimento di amministrazione straordinaria recentemente adottato dalla Banca Centrale Europea", si sottolinea in una nota diffusa da Palazzo Chigi. "L'obiettivo - si spiega - è di consentire ai Commissari di assumere le iniziative utili a preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale dell'Istituto già avviato con l'intervento del Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un'operazione di aggregazione". "In tale ottica, le misure previste dal decreto - prosegue la nota - forniscono ai Commissari un quadro operativo che consente di trarre pieno beneficio dalle opportunità gestionali offerte dall'amministrazione straordinaria".

Il premier, Giuseppe Conte, in una nota diffusa al termine del Cdm, ha annunciato: "Il Governo, nel Consiglio dei ministri di questa sera, ha approvato un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della banca Carige in modo da consentire all'amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell'impresa bancaria"

"Stasera, durante il Cdm - ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio - , abbiamo approvato il decreto che tutela i risparmi dei cittadini che hanno scelto la banca Carige". "Le banche italiane -aggiunge- pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre", afferma Di Maio.

Il governo interviene così con un decreto per mettere in sicurezza Banca Carige, una decisione che sembra contraddire quello che fino a questo momento è sembrato l'orientamento gialloverde -"Dal governo non un euro alle banche"-. L'esecutivo gialloverde, alle prese con la sua prima crisi bancaria, prevede una serie di 'Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio' in cui sono due le misure più importanti: la garanzia di Stato sulle emissioni dei nuovi bond della banca -come già accaduto con le banche venete- e la possibilità di una ricapitalizzazione a carico del Tesoro.

Poche ore prima il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, aveva ricevuto i tre commissari straordinari della banca ligure - Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener - commissariata dalla Bce lo scorso 2 gennaio. Nel colloquio si sarebbe affrontato il possibile intervento della Sga, la bad bank del Tesoro, che potrebbe rilevare un pacchetto di 2,8 miliardi di crediti deteriorati della banca protagonista, negli ultimi anni, di un 'calvario' fatto di aumenti di capitale, stress test falliti e crollo del titolo in Borsa (sospeso sine die dopo il commissariamento).

Il tentativo di salvataggio arriva dopo il recente fallimento della ricapitalizzazione dell'istituto: è il 22 dicembre scorso quando in assemblea non passa l'aumento da 400 milioni approvato dal cda. Ad astenersi, bloccando l'operazione è la famiglia Malacalza, maggior azionista del gruppo, che a fronte di una continua erosione del valore della banca, nell'ultimo anno il titolo ha perso oltre l'80%, decide di non investire ancora. L'aumento in opzione ai soci serviva a restituire i 320 milioni di 'prestito ponte' concessi a novembre scorso dal Fondo, e quindi dalle banche italiane, con la sottoscrizione di bond subordinati.

La scelta del Cdm arriva dopo una giornata iniziata con l'incontro tra i vertici dello Schema volontario del Fondo interbancario e i commissari della banca ligure pronti a chiedere la revisione delle condizioni del prestito subordinato sottoscritto a fine novembre. Il primo passaggio, in salita, è il tentativo di trattare un tasso di interesse meno oneroso del 16%, scattato dopo lo stop all'aumento di capitale.

Se Carige punta a risparmiare sugli interessi, in attesa di un accordo complessivo, il Fondo mira a rientrare velocemente dall'investimento con l'ok all'aumento o con l'ingresso di un nuovo partner che ripaghi il prestito obbligazionario. Resta da capire se i Malacalza torneranno a investire nel gruppo - un'azienda valutata, dallo stesso governo, quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell'intero sistema economico-sociale ligure - oppure se toccherà all'esecutivo Lega-Cinquestelle farsi carico del salvataggio. Mentre sul tavolo restano aperte più ipotesi, domani è il giorno dei sindacati.

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