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Carige, Di Maio ai suoi: "Non abbiamo messo un euro"

08 gennaio 2019 | 13.45
LETTURA: 3 minuti

(Afp)
(Afp)

di Antonio Atte

Roma-Bruxelles, il telefono di Luigi Di Maio - che si trova nella capitale belga per incontri in vista delle europee - è rovente. Le chat grilline ribollono: i parlamentari chiedono la linea da tenere sulla vicenda Carige, dopo che ieri sera il governo ha varato un decreto che introduce misure urgenti a sostegno della banca ligure, tra cui la possibilità per l'istituto di credito di "accedere - attraverso una richiesta specifica - a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale". E la risposta del leader M5S e vicepremier non tarda ad arrivare. "Prima di tutto - si legge nel messaggio di Di Maio ai suoi, visionato dall'Adnkronos - per ora non abbiamo messo un euro nelle banche. Abbiamo solo dato una garanzia in caso di eventuali emissioni di titoli per evitare che succeda quello che è già accaduto con le venete e con Etruria dove azionisti e obbligazionisti hanno perso tutto".

Di Maio aggiunge: "Se dovessimo usare quella garanzia o metterci soldi pubblici, la Banca Carige diventerà dello Stato senza fare regali a nessuno e senza che correntisti e obbligazionisti perdano nulla. È pieno di miei video del passato che dicevano una cosa molto semplice: se lo Stato salva una banca, la banca diventa dello Stato. E così sarà se dovessimo intervenire".

Una linea, spiegano fonti M5S, diffusa a chiarimento di alcune osservazioni mosse dai media nelle ultime ore e in risposta alle critiche arrivate dall'opposizione e in particolare da Matteo Renzi e dal Partito democratico. Ma perplessità sul decreto sono state avanzate anche da esponenti del Movimento 5 Stelle, come i senatori Elio Lannutti e Gianluigi Paragone.

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"Non si possono dare aiuti pubblici senza accertare le responsabilità della Banca d'Italia", dice all'Adnkronos l'ex presidente Adusbef, che aggiunge: "Questa è una storia che viene da lontano e le responsabilità" della crisi della banca "sono di Bankitalia. Tutti quelli che sono stati nominati sono fiduciari di Bankitalia".

In un video postato sulla sua pagina Facebook, Paragone - che nella sua attività di giornalista si è occupato dei recenti casi di crac bancari - pungola l'esecutivo 'legastellato' sulla vicenda Carige: "Vogliamo essere come i gilet gialli? Bene. Allora iniziamo a domandare a Bankitalia perché non controlla mai...".

"Questo caso di Carige non può finire come tutti i casi trattati dai governi precedenti, con una soluzione che è abbastanza simile a quella dei governi precedenti... E' mai possibile - incalza Paragone - che nessuno all'interno del governo del cambiamento stia chiedendo a Bankitalia di rendere conto delle proprie responsabilità? Vogliamo farla questa benedetta commissione d'inchiesta?".

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