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Carnevale: occhio a fobia delle maschere, per gli esperti mai forzare

24 febbraio 2014 | 13.28
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Carnevale: occhio a fobia delle maschere, per gli esperti mai forzare

Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - In strada già si vedono sfilare, accompagnati per mano dai genitori, i piccoli mascherati di tutto punto. Ma il Carnevale può rivelarsi un'insidia: il tradizionale gioco del travestimento può infatti non essere del tutto compreso dai bambini. Per alcuni, poi, c'è in agguato una vera e propria fobia, un po' come quella per le bambole. Insomma, "spesso il passaggio temporaneo da realtà a finzione non è immediato, e la festa può trasformarsi in fonte di disagio" per i più piccoli, assicura Simonetta Gentile, responsabile di Psicologia clinica dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Molti bimbi nei confronti della maschera non hanno un modo naturale di rapportarsi. Se fin dalle prime celebrazioni carnevalesche, infatti, questa è stata utilizzata per celare la propria identità, oppure per assumerne un'altra conosciuta da tutti e ben caratterizzata, agli occhi del piccolo cambiare l'identità, anche se solo per gioco, rimane comunque una funzione legata al mistero e al significato metaforico. Il mascheramento, oltre a non risultare di immediata comprensione, a volte può anche trasformarsi in fonte di disagio e perfino di spavento. Soprattutto per chi non ha la piena consapevolezza del confine che intercorre tra realtà e finzione. "Nella prima infanzia, alcuni bambini particolarmente sensibili possono anche essere molto turbati tanto da aver paura delle maschere. Una fobia simile a quella delle bambole", dichiara Gentile.

"Occorre essere certi che il bambino possa comprendere il 'gioco' di assumere una identità temporanea diversa dalla propria - raccomanda - in un contesto in cui tutti sanno che si sta fingendo in spazi e tempi ben definiti".

Se non si rispettano queste accortezze, si corre il rischio di imporre qualcosa di sgradevole che ancora il bambino non può del tutto comprendere. Insomma, prima regola niente forzature. Altrimenti, pur di soddisfare il nostro desiderio di vedere il bambino con indosso un bel costume, potremmo invece correre il rischio di farlo soffrire e basta. Il consiglio, dunque, è di dosare con attenzione ciò che può essere divertente.

E per i più grandicelli? "I più grandi - prosegue la Gentile - amano travestirsi da personaggi famosi di film e fumetti. Aiutiamoli a scegliere personaggi che rispecchino valori positivi, senza eccedere nella 'spesa' per la maschera. Del resto, la fantasia del bambino è in grado di compensare ogni mancanza rispetto al costume perfetto". Proprio questa 'compensazione artigianale', senza dover per forza ricorrere all'acquisto del mascheramento completo, può rappresentare un momento di condivisione con amici e genitori.

Costruire il travestimento assieme a loro sarà senz'altro fonte di allegria condivisa e soddisfazione. Allo stesso tempo, rappresenterà anche l'occasione per far esercitare i bambini in azioni concrete (scegliere stoffe e cartoncini, tagliare, cucire e incollare), magari dopo aver visto le immagini su libri e computer, al fine di integrare il concreto e il virtuale, la realtà e la fantasia. Confidare nella creatività spontanea che può essere liberata da chiunque, soprattutto dai bambini, è un atto di fiducia che viene apprezzato.

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