Le carni avicole continuano ad essere le più consumate nelle case italiane (35%), seguite dalle carni bovine (33%) e suine (20%). Nel primo trimestre 2020 si registra una forte crescita dei consumi nella Gdo di carni bianche (+8,9%) e di uova (+14,1%), il prodotto più acquistato durante il lockdown, mentre rimane forte l’incertezza legata alla crisi Covid sulla filiera avicola a causa della chiusura di interi canali di vendita, a partire dall’Horeca. A fare il punto sul settore è Unaitalia, l’Associazione che rappresenta la quasi totalità della produzione avicola nazionale, durante l’annuale assemblea dei soci in corso oggi a Bologna. Secondo i dati diffusi oggi crescono nel 2019 la produzione di carni bianche (pari a 1.324.000 tonnellate +0,8% sul 2018) e l’export (184.300 tonnellate, +4,2%) mentre rimane stabile il fatturato, pari a 4,5 miliardi.
Bene anche sul fronte dei consumi interni: gli italiani ne mangiano circa 20,45 kg a testa (+0,2% sul 2018), soprattutto il pollo, con un consumo pro-capite di 15 kg l’anno (+0,13%), seguito dal tacchino (4,22 kg, +2,7% sul 2018). La carne avicola è anche l’unica che nel 2019 registra una crescita della spesa (+ 0,7%) a fronte di valori negativi per tutte le altre tipologie (elaborazione dati Ismea, su dati Nielsen - dinamica degli acquisti domestici 2019).
I fan di 'pollo & co' sono soprattutto al Sud (rappresentano il 29% degli acquisti), seguiti a pari merito (26%) dal Nord Ovest e centro Italia. A sorpresa, il Nord, che è la zona a maggior vocazione avicola, raccoglie solo il 19% degli acquisti domestici per area. Ad essere acquistati sono per il 60% i tagli freschi (petto, coscia, fesa ecc.), ma anche panati e preparati, che guadagnano un 10% a volume. Sul fronte delle uova l’Italia ha prodotto nel 2019 12 miliardi 258 milioni di uova (+0,04% rispetto al 2018) e il fatturato complessivo del comparto nel 2019 si è attestato sui 2,5 miliardi di euro.
