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Gay Pride

Carri, musica e colore: domani la festa dei 300.000 che unisce le differenze

10 giugno 2016 | 14.54
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Roma Pride
Roma Pride

"Stanno aumentando le adesioni, i pullman in arrivo da ogni parte d'Italia: domani a Roma prevediamo di essere oltre trecentomila persone a sfilare per le vie del centro per rivendicare i diritti di tutte e tutti coloro che da anni lottano per il riconoscimento delle proprie differenze". A dirlo all'Adnkronos è Sebastiano Secci, portavoce del coordinamento Roma Pride, alla vigilia della grande parata capitolina che vedrà di nuovo in piazza la bandiere arcobaleno sventolate dagli attivisti lgbtqi insieme ai coloratissimi carri con animazione e musica a tutto volume.

Una manifestazione che con 15 carri allegorici che attraverseranno Roma da piazza della Repubblica fino a piazza della Madonna di Loreto, passando per le vie Merulana e Labicana, è già una festa prima ancora di raggiungere il Gay Village dove è previsto il party finale. Primo della fila il carro-autobus inglese a due piani che una volta giunti alla meta d'arrivo diventerà il palco per gli interventi di chiusura. Sopra oltre ai coordinatori ci sarà la madrina del Roma Pride 2016: Asia Argento. Una festa sì, anche se quando si parla di diritti lgbt c'è poco da festeggiare. E lo slogan è chiaro: 'Chi non si accontenta lotta'.

"Il Pride di quest'anno porta con sé qualcosa in più rispetto ai precedenti: una legge dello Stato ha riconosciuto, anche se in modo approssimativo, le nostre relazioni - sottolinea Secci -. Un primo e parziale riconoscimento dei diritti di parte della nostra comunità, attesi per troppi anni. Ma non basta, perché questa legge ha escluso i nostri figli e quindi noi diciamo che non ci accontentiamo e continuiamo a lottare. Vogliamo che questo messaggio sia chiaro".

E il messaggio è sottoposto all'attenzione dei politici, spiega Secci, con dentro matrimonio egualitario, riconoscimento dei figli alla nascita, adozioni, legge contro omofobia e transfobia, prevenzione riguardo alle malattie sessualmente trasmissibili ("lo Stato non parla più di Aids o Hiv, sembra che abbia paura ad utilizzare la parola preservativo") e per questi obiettivi sarà lotta fino all'ottenimento.

"Non ci accontentiamo del silenzio assordante dello Stato su temi così importanti - afferma Secci -, proseguiremo la lotta. Dal lontano '94 quando il circolo Mario Mieli promosse il primo Pride in Italia, pensiamo che ancora oggi la parata di Roma possa continuare a fare la storia della liberazione di questo Paese e lo dimostra l'attenzione che abbiamo avuta dai paesi stranieri (Canada, Quèbec, Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Germania) ancor prima che dalle nostre istituzioni".

Il Roma Pride, a cui aderiscano una ventina tra associazioni e realtà lgbtqi, è solo il clou di una serie di eventi e dibattiti sui diritti che dal 3 giugno si svolgono nella Gay Street di via San Giovanni in Laterano, rinominata per l'occasione Gay Croisette, e che si concluderanno domenica.

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