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Cartello su vendita auto con finanziamenti, maxi multa Antitrust

09 gennaio 2019 | 08.54
LETTURA: 7 minuti

(AdnKronos)
(AdnKronos)

Maxi multa da 678 milioni di euro al ''cartello'' composto delle principali captive banks e dei relativi gruppi automobilistici, operanti in Italia nel settore della vendita di autoveicoli mediante prodotti finanziari, nonché delle relative associazioni di categoria. La sanzione è stata fissata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato al termine di un'istruttoria.

L'istruttoria, si spiega in una nota, è stata avviata a seguito della presentazione di una domanda di clemenza da parte delle società Daimler ag e Mercedes Benz Financial Services Italia spa. E' emersa ''l'attuazione di un'intesa unica, complessa e continuata avente ad oggetto lo scambio di informazioni sensibili relative a quantità e prezzi, anche attuali e futuri''.

Dinanzi all'accusa di violazione della normativa sulla concorrenza, mossa dall'Antitrust "che sanziona le banche 'captive' di tutti i principali costruttori automobilistici operanti in Italia", si legge in una nota del gruppo, FCA Bank "è convinta che gli addebiti mossi nella decisione siano infondati e presenterà ricorso avverso il provvedimento dinanzi alla competente Autorità giudiziaria".

In particolare l'Autorità ha accertato l'esistenza di ''un'intesa restrittiva della concorrenza, tra il 2003 e il 2017, funzionale ad alterare le dinamiche concorrenziali nel mercato della vendita di automobili dei gruppi di appartenenza attraverso finanziamenti erogati dalle rispettive captive banks''.

Le società coinvolte sono: Banca psa Italia spa, Banque psa finance sa, Santander consumer bank spa, Bmw bank gmbh, Bmw ag, Daimler ag, Merceds benz financial services Italia spa, Fca bank spa, Fca Italy spa, Ca consumer finance sa, Fce bank plc, Ford motor company, General motor Financial Italia spa, General motors company, Rci banque sa, Renault sa, Toyota financial services plc, Toyota motor corporation, Volkswagen bank gmbh, Volkswagen ag. Nella rete dell'Antitrust sono finite anche le associazioni di categoria Assofin ed Assilea.

La maxi multa, spiega l'Agcm, è stata inflitta considerando ''la gravità e della durata dell'infrazione''. L'Autorità ha altresì riconosciuto il beneficio dell'immunità totale dalla sanzione a favore delle società Daimler AG e Mercedes Benz Financial Services Italia SpA che, in qualità di leniency applicant, hanno così evitato l'imposizione di una sanzione superiore a 60 milioni di euro. Nel corso del procedimento, si sottolinea, l'Autorità si è avvalsa della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Assofin, finita sotto la lente dell'Antitrust, si dice in una nota ''estranea a qualsiasi intesa restrittiva della concorrenza nel mercato del collocamento di finanziamenti e contratti di leasing per la vendita di automobili''. ''Nessuna intesa di questo tipo è stata posta in essere, perseguita o comunque promossa o agevolata da Assofin'', si sottolinea. L'associazione annuncia quindi che presenterà ricorso al tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento dell'Agcm, ''certa che la totale estraneità di Assofin rispetto alle accuse che le sono state rivolte sarà riconosciuta dalla giustizia amministrativa''.

Il ruolo che, secondo l'Autorità, l'associazione avrebbe sostenuto ''si basa su congetture opinabili e non su elementi robusti'', si legge nella nota. Le attività svolte da Assofin ''avevano e hanno finalità opposte e sono di beneficio, oltre che per i propri associati, per i consumatori e per la concorrenza''. L'associazione sottolinea che nel tempo ha promosso ''molte iniziative finalizzate ad elevare il livello di tutela dei consumatori, attività che hanno ricevuto il sostegno delle Autorità e del mondo del consumerismo''.

Le accuse mosse all'associazione riguardano statistiche, peraltro analoghe a quelle elaborate in altri settori, che ''non sono state e non sono in alcun modo in grado di orientare le scelte degli operatori, in particolare in termini di pricing e prodotto'', assicura Assofin. ''Appare peraltro evidente che l'associazione, non avrebbe mai potuto favorire una eventuale intesa, che avrebbe visto come promotori operatori che rappresentano una minoranza dei propri associati e come vittime la maggioranza dei propri membri''.

La maxi multa è un colpo che rischia di lasciare il segno ma che - spiega all'Adnkronos una fonte vicina al dossier - nasce "da una pratica che in passato era considerata normale: uno scambio di informazioni che in realtà si sarebbe potuto ottenere anche attraverso il 'mistery shopping', pratica assolutamente legale". I marchi coinvolti coprono - con poche eccezioni - la totalità del nostro mercato automobilistico, da Psa a Bmw, da Daimler a Fca, passando per Ford, GM, Renault, Toyota, e Volkswagen. Il procedimento era partito alla fine di aprile 2017 anche se le origini sono in una domanda sottoposta nel marzo 2014 da Daimler che aveva chiesto di non essere sanzionata per il comportamento avuto in questo 'cartello' e che a inizio 2017 aveva sottoposto ben 145 documenti, su quello che l'Antitrust definisce "un pervasivo scambio di informazioni sensibili" tra le parti coinvolte "nella fornitura di prodotti finanziari (leasing e finanziamenti in senso stretto) funzionali alla vendita di automobili". Un atteggiamento che - spiegano le fonti - avrebbe origini in un "cambio di sensibilità" nel gruppo tedesco, stimolato dalla maxi-multa da un miliardo di euro erogata dalla Commissione Europea alla casa di Stoccarda nel quadro di una indagine su un cartello nel settore camion. Dopo l'apertura del procedimento - si legge nel dispositivo dell'Antitrust - "tutte le Parti del procedimento, a eccezione delle società FCA Italy e Renault SA, hanno chiesto di essere ascoltate e le relative istanze sono state tutte accolte". Ma le prove raccolte sono sembrate inoppugnabili: ''Che azioni avete intrapreso in seguito al recente aumento di 25 punti del costo del denaro comunicato dalla BCE? Avete ritoccato i tassi dei vostri prodotti o l'importo delle spese pratica?" si legge in un messaggio inviato da una captive bank nel 2008. In un altro documento del 2006 si precisa che "in seguito alla riunione del 29 marzo tenutasi a Torino tra i vertici aziendali di tutte le società captive vi invio il file del nuovo report per la raccolta e la condivisione di informazioni". Con il passare degli anni, tuttavia, questa prassi è diventata meno 'popolare'. Come si legge in un documento interno di Mercedes Italia un dirigente spiega: ''Sconsiglio la partecipazione" a simili incontri, visto che "non siamo autorizzati a scambiare dati previsionali. E non siamo neanche interessati a farlo". Il risultato di tale concertazione fra le case era una forte 'somiglianza' nei finanziamenti che in pratica limitava l'offerta finale ai consumatori in un mercato che vale miliardi di euro. Di qui l'entità della maxi multa che, spiega l'Agcm, è stata inflitta considerando ''la gravità e della durata dell'infrazione''. La sanzione colpisce i diversi attori in maniera differente: si va dai 179 milioni a Fca Bank ai 163 milioni di Volkswagen Bank e ai 125 di RCI Renault. Al gruppo Daimler invece l'Autorità ha altresì riconosciuto il beneficio dell'immunità totale dalla sanzione (che sarebbe stata pari a 61 milioni) per il ruolo avuto nel procedimento. Ora le case hanno 90 giorni per pagare la multa o - circostanza molto probabile - presentare entro due mesi ricorso al Tar del Lazio. Come ha già annunciato Fca Bank che si dice "convinta che gli addebiti mossile nella decisione siano infondati".

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