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Casamonica, no ai domiciliari per figlio del boss

07 maggio 2020 | 17.22
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Il Tribunale di Roma ha respinto l'istanza

Foto Fotogramma
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E’ stata nuovamente respinta la richiesta di trasferimento ai domiciliari per Guerrino Casamonica, 28 anni, figlio del ‘boss’ Giuseppe, arrestato nel luglio 2018 nell’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ‘Gramigna’, che ha decapitato il clan romano portando al maxiprocesso in cui sono imputate oltre quaranta persone con accuse che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi. La Decima sezione penale del Tribunale di Roma ha rigettato una nuova istanza dei difensori nei confronti del 28enne, in carcere con l’accusa di associazione mafiosa e detenuto nel carcere di Voghera.

"In quell’istituto penitenziario si registrano decine di contagiati da coronavirus e un detenuto è morto lo scorso 10 aprile" afferma all’Adnkronos il difensore di Casamonica, l’avvocato Giosuè Bruno Naso. Il legale denuncia un trattamento da "cittadino di serie B" e "uno spirito di radicato pregiudizio colpevolista" nei confronti del suo assistito, in quarantena preventiva dal 25 aprile dopo aver accusato sintomi febbrili, e annuncia un esposto al Dap e alla Procura di Voghera.

In una relazione della direzione sanitaria del carcere, chiesta proprio dal Tribunale capitolino, si legge che "il paziente non è affetto da patologie che si possano riconnettere a un elevato rischio sulla salute in caso di infezione da Covid-19 e pertanto non si ravvisa nell’attualità una effettiva incompatibilità con il regime carcerario". Alla luce di questa relazione la Decima sezione penale di piazzale Clodio ha quindi respinto l’istanza sottolineando come appaia "incomprensibile il rifiuto del detenuto di sottoporsi agli esami proposti" chiedendo però di essere informato mensilmente "sulle condizioni cliniche del detenuto al fine di monitorarne la salute".

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