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Case, alberghi e denaro da investire. Monopoly, una mania che non tramonta

10 maggio 2014 | 13.47
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Case, alberghi e denaro da investire. Monopoly, una mania che non tramonta

Costruiscono alberghi e case, mostrando spirito imprenditoriale. Investono tanto denaro, per farne di più. Alcuni riescono nell'impresa, onestamente. Altri violano la legge e finiscono in galera. Nella realtà immaginaria del Monopoly, tutti aspirano a diventare manager di successo. Una competizione senza tempo né età che oggi si reinventa anche per smartphone e tablet.

Per gli amanti della versione classica, parte la sfida del campionato italiano. La gara nazionale di Monopoly fa tappa in 19 città e conta 1900 partecipanti: giocatori esperti e semplici appassionati, che misureranno presto i loro 'conti bancari' per accedere alla finale del 2015. Solo in 60 passeranno le eliminazioni regionali per contendersi il titolo di campione d'Italia. Domani è la volta del torneo laziale, che si tiene a Roma nella fumetteria Galactus.

E la 'monopolimania' è già palpabile, sotto il segno dell'hashtag #sigioca. Il campionato italiano di Monopoly non rappresenta un caso isolato. Piuttosto, fotografa una reatà, sempre più consolidata. I giochi da tavolo non ci stanno a lasciare il passo ai loro 'colleghi' elettronici più moderni. E lottano per mantenere un proprio spazio nel panorama delle attività ludiche. Secondo i dati del NPD Retail Panel Italy, gruppo leader nelle ricerche di mercato, il comparto dei giochi tradizionali ha fatturato circa 53 milioni di euro nel 2013.

Certo, il settore non è rimasto immune dalla crisi: le vendite si sono ridotte del 3,4% rispetto al 2012. Tuttavia, un'indagine del novembre 2013 realizzata da Pepita Onlus, cooperativa sociale che si occupa di progetti educativi a livello nazionale, rileva che il 98% degli italiani possiede almeno un gioco da tavolo a casa. In base alla ricerca, condotta su 600 famiglie, i motivi principali della sopravvivenza dei giochi in scatola sono i valori che rappresentano: lo stare insieme, la sana competizione, il rispetto delle regole e la capacità di accettare una sconfitta. E, soprattutto, l'acquisizione di abilità strategiche e logico-matematiche.

"I giochi da tavolo sono eterni, si giocano da 5mila anni e continuano a giocarsi", ci dice Andrea Angiolino, scrittore e autore di giochi da tavolo. "Tra le ragioni, la soddisfazione di battere l'avversario e strappargli una smorfia di disappunto: una cosa che i giochi a computer non possono dare", spiega Angiolino, che considera importanti anche la grande creatività degli autori e "la globalizzazione del mercato, grazie a cui editori medi e piccoli riescono a collaborare con editori esteri per fare finanziamenti interessanti. Un'esempio è quello della Da Vinci Games, fondata nel 2002 per realizzare il gioco 'Bang!', di Emiliano Sciarra: questo gioco ha venduto 2 milioni di pezzi e l'editore era esordiente".

Tra i giochi in scatola più diffusi in Italia nel 2013, il Monopoly mantiene una posizione di primato, insieme a Otto il maialotto, Occhio al fantasma, Indovina chi? e L'allegro chirurgo. "Il Monopoly ha alle spalle 80 anni di vendite ed è ormai un gioco della nostra tradizione: è un classico", aggiunge Angiolino, che non teme un abbandono delle attività ludiche tradizionali dalle nuove generazioni di nativi digitali.

Oggi, fin da piccoli, molti bambini sono capaci di utilizzare i computer, di navigare su internet o di usare dispositivi mobili come tablet e smartphone. Tuttavia, sostiene Angiolino, i ragazzi non hanno abbandonato i giochi più tradizionali: "a metà anni novanta, Magic e altri giochi di carte e figurine hanno avuto un successo enorme", nonostante la diffusione di console, all'epoca, tecnologicamente avanzate.

I giochi da tavolo non si limitano a sopravvivere. Ma "invadono il campo", quello elettronico, con la diffusione di numerose app che li riproducono in versione digitale. Marta Valsecchi, responsabile ricerca dell'Osservatorio mobile app del Politecnico di Milano, spiega: "La spesa degli utenti in applicazioni per dispositivi mobili vale oggi, in Italia, circa 300 milioni di euro. La componente relativa all'intrattenimento vale la stragrande maggioranza di questa cifra. Nella classifica fra le app più acquistate figurano anche quelle relative ai giochi da tavolo, come monopoli e risiko, e a quelli di carte, come scopa, briscola e uno".

Angiolino riconosce la consistenza del fenomeno app, ma resta convinto della forza dei giochi tradizionali: "Anche io ho scaricato un'app di biglie, per divertirmi con mia figlia quando manca un vero spiazzo e vere biglie. E lo stesso vale per i giochi in scatola. Le app sono un surrogato, quando non si dispone di un bel tabellone per le pedine. Quando abbiamo questa possibilità, non c'è proprio paragone tra un dispositivo elettronico e far rotolare i dadi con le proprie mani".

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