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Caso Boffo, Bertone smentisce: ''Mai consegnato nessuna velina a chicchessia''

03 luglio 2014 | 15.16
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L'ex segretario di Stato vaticano: ''infondata'' la ricostruzione di Feltri a 'L'Espresso' sul falso scoop che portò alle dimissioni dell'allora direttore di 'Avvenire'. Secondo il giornalista la fonte fu il cardinale, poi Bisignani e Santanchè fino a Sallusti. Anche la deputata di Fi e il direttore del 'Giornale' negano

Il cardinale Tarcisio Bertone
Il cardinale Tarcisio Bertone

''Non ho mai consegnato nessuna velina su Boffo a chicchessia''. Il cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato Vaticano, smentisce le notizie, giudicandole ''infondate'', riportate dal settimanale 'L'Espresso' sul caso Boffo e contenute in un'intervista a Vittorio Feltri. Il giornalista, allora alla guida de 'Il Giornale', ricostruisce come si arrivò al falso scoop pubblicato in prima pagina nell'agosto 2009 (Boffo venne bollato come ''noto omosessuale attenzionato dalla polizia”) che portò alle dimissioni dell'allora direttore di 'Avvenire'. Un racconto fatto da Feltri davanti ai magistrati della Procura di Napoli e confermato al settimanale del gruppo di De Benedetti.

''Fu Alessandro Sallusti - racconta Feltri - a dirmi che la fonte della velina su Dino Boffo era il cardinale Tarcisio Bertone, che l'aveva data a Luigi Bisignani e Daniela Santanchè".

In particolare, il cardinale Bertone smentisce ''categoricamente la ricostruzione falsa e offensiva che è stata fatta'' affermando che non ha ''mai consegnato nessuna velina su Boffo a chicchessia''. Inoltre, smentisce ''tanto meno di essere stato all'origine di tale fatto''.

Infine, il cardinale Bertone afferma che ''dell'incresciosa vicenda dell'ex direttore di 'Avvenire''', lui ha ''appreso dai mass media''. Per quello che definisce come ''nuovo e ingiustificato attacco'' alla sua persona, il cardinale Bertone si riserva di ''adire le vie legali''.

Anche Daniela Santanchè nega ''categoricamente'' ogni coinvolgimento nella vicenda Boffo, definendo quella di Feltri una ''fantasiosa ricostruzione''. "Quello che leggo - sottolinea la parlamentare di Forza Italia - è frutto di supposizioni maligne e squallidi pettegolezzi che mi sorprende vengano accreditati da un giornalista autorevole. Non capisco a che titolo io venga chiamata in causa in una vicenda che non conosco e che ho appreso dalla lettura dei giornali. Ovviamente mi riservo di tutelare la mia immagine in ogni sede''.

Si tratta di una ricostruzione ''senza alcun fondamento'' dice Alessandro Sallusti. ''I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, né avrei potuto farli, quelli o altri, a Feltri o a chiunque in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere''.

''Durante la mia deposizione a Napoli - aggiunge l'attuale direttore del 'Giornale' - ho avuto la netta impressione che i magistrati fossero più stupiti e allibiti di me delle parole di Feltri. Prova che non hanno neppure ritenuto di allegare il verbale agli atti del processo in corso sulla fuga di notizie, tanto quella ricostruzione risultava confusa, fantasiosa e senza alcun riscontro''.

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