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Fontana prosciolto, procura ricorre: "Ha fatto i suoi interessi durante pandemia"

07 giugno 2022 | 13.31
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Depositato il ricorso che "contesta la ricostruzione nei fatti e in diritto" sul 'caso camici'

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La procura di Milano ha depositato il ricorso contro Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, prosciolto lo scorso 13 maggio per il 'caso camici'. Il giudice aveva stabilito il non luogo a procedere "perché il fatto non sussiste" per frode in pubbliche forniture per il governatore lombardo, per il cognato Andrea Dini proprietario della società Dama, per Pier Attilio Superti vicesegretario generale della Regione, per Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, rispettivamente ex dg e dirigente di Aria, la centrale acquisti della Regione. Al centro dell'indagine c'era l'affidamento da parte di Aria spa, di una fornitura, poi trasformata in donazione, da circa mezzo milione di euro di 75mila camici (solo 50mila quelli consegnati) e altri dpi a Dama.

Nel ricorso di 33 pagine vistato dall'aggiunto Maurizio Romanelli e firmato dai pm Paolo Filippini e Carlo Scalas si sottolinea come "l'istruttoria dibattimentale avrebbe dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, il fatto estremamente grave dell'inadempimento della pubblica fornitura di dispositivi di protezione individuale" comportamento funzionale "alla tutela degli interessi personali del governatore Fontana e di quelli economici della Dama spa riferibile alla moglie e al cognato" e che "hanno avuto l'esito di posporre l'interesse pubblico ad interessi privati convergenti degli imputati Fontana e Dini".

Se per il gup Valori la mancata consegna di 25mila camici non ha comportato nessun danno (anzi un vantaggio economico alla Regione), la pubblica accusa arriva a una conclusione opposta evidenziando come "in quei giorni 25.000 medici, infermieri e altri operatori sanitari hanno dovuto prestare il proprio servizio in assenza di un dispositivo di protezione individuale, perché gli imputati avevano preferito anteporre la salvaguardia dell'immagine politica di Fontana al contrasto della diffusione del virus". 'Vestire' da donazione il precedente contratto di fornitura, contestualmente riducendone il numero di dispositivi da consegnare, avrebbe consentito di "limitare i danni economici derivanti dalla complessiva operazione, dando la possibilità a Dama di reimmettere nel mercato i camici residui". Un comportamento ritenuto illecito e per questo i magistrati chiedono il processo per tutti gli imputati.

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