Condannare Michele Buoninconti a 30 anni di carcere per l'omicidio della moglie Elena Ceste. È la richiesta di condanna formulata dal pm di Asti Laura Deodato al termine di una requisitoria di quattro ore nel processo per l'uccisione della casalinga di Costigliole d'Asti, scomparsa nel gennaio 2014 e il cui corpo fu ritrovato solo 9 mesi dopo in un canale di scolo poco distante da casa.
Indagini condotte in modo "ineccepibile" che conducono all'unica conclusione possibile: la colpevolezza di Buoninconti, ha sostenuto il pm. Il massimo della pena previsto con il rito abbreviato, che si svolge a porte chiuse. Buoninconti, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, è rimasto impassibile al momento della richiesta di condanna.
Il magistrato ha ricostruito i mesi precedenti alla scomparsa della casalinga di Costigliole d'Asti fino ad arrivare alla mattina in cui secondo l'accusa si è consumato il delitto, il 24 gennaio 2014, lo stesso della scomparsa. Non un delitto d'impeto, ma premeditato, punto su cui il pm Deodato si è soffermata molto nel corso delle quattro ore di requisitoria.
Così come ha parlato dell'ipercontrollo che Buoninconti avrebbe voluto esercitare sulla moglie. Dopo una breve pausa l'udienza è ripresa con l'intervento degli avvocati di parte civile, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, che chiederanno un risarcimento per la famiglia Ceste.