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Il procedimento

Caso Gregoretti, nuova udienza per Salvini a Catania

19 febbraio 2021 | 06.51
LETTURA: 8 minuti

Presenti anche Di Maio, ai tempi della vicenda vicepremier, e l'attuale titolare dell'Interno Lamorgese

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Nuova udienza preliminare - la terza - del Caso Gregoretti. Il leader della Lega Matteo Salvini nell’aula bunker di Catania per la nuova udienza, terminata intorno alle 13.20. Mascherina tricolore, il numero uno del Carroccio era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno. Salvini è accusato di sequestro di persona. Nella città etnea, su richiesta del Gip, presenti anche Luigi Di Maio, ai tempi della vicenda vicepremier, e l'attuale titolare dell'Interno, Luciana Lamorgese. Lo scorso 28 gennaio, invece, era stata la volta della deposizione del premier Giuseppe Conte, raccolta in trasferta dal Gip Nunzio Sarpietro che era venuto a Roma, a Palazzo Chigi, per ascoltare il premier Giuseppe Conte.

Salvini

"Abbiamo fatto quello che la legge ci permetteva e che gli italiani ci chiedevano. Abbiamo salvato vite", ha detto Matteo Salvini uscendo dall’aula bunker. Per Salvini, "la linea Draghi è in perfetta sintonia con la nostra esigenza di accogliere chi Merita accoglienza" e "visto che c’è un nuovo governo in carica di cui la Lega è orgogliosamente protagonista, anche viste le defezioni che arrivano da altre parti, siamo forza propulsiva di questo nuovo governo che attuerà politiche europee serie e rigorose sul tema immigrazione".

"Abbiamo svegliato l’Europa. Se adesso c’è più possibilità di redistribuire, come anche il premier Draghi ha detto nel suo discorso in aula parlando di una politica europea dei rimpatri, arriva grazie alla nostra azione", ha aggiunto. Per il leader del Carroccio, "le deposizione dei ministri Lamorgese e Di Maio in aula sono state a nostro favore".

"Non ho mai chiamato dei correi. Non ho mai alzato il dito contro Conte, ad esempio, o Di Maio o Lamorgese, perché riteniamo che non ci sia nessun reato. Tutti attuavano le stesse politiche di governo", ha spiegato ancora, aggiungendo: "A rischiare 15 anni di galera sono io. Tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c’è Matteo Salvini da imputato. Io oggi ho sentito una ricostruzione coerente e corretta dei fatti. Quello che facevamo lo facevamo insieme. Lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme".

"E' emersa oggi una linea di governo condivisa, è chiaro che non c’è notizia di reato. C’è sequestro di persona se tengo a bordo delle persone senza un motivo e senza condividerlo con i miei colleghi di governo", ha aggiunto l'avvocato Bongiorno dopo la deposizione di Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio.

Lamorgese

A quanto si apprende da fonti locali, durante la testimonianza del ministro Luciana Lamorgese, alla titolare dell'Interno sarebbero state poste domande sulle differenze tra il caso Gregoretti e quello della Ocean Viking, che nell’ottobre 2019 era rimasta in mare più di dodici giorni con 104 immigrati a bordo.

"La deposizione della Ministra Lamorgese è stata tecnica, buona". A dirlo è il gup Sarpietro prima di lasciare l’aula bunker. "Tutto bene", ha detto ancora.

Parte civile: "Produrremo video e nuovi documenti"

"Produrremo nell’udienza preliminare di oggi diversi Video e nuova documentazione". Lo ha annunciato prima di entrare in aula, al bunker di Catania, l’avvocato Daniela Ciancimino, legale di parte civile di Legambiente nel procedimento a carico del leader della Lega. Si tratta, a quanto si apprende, di video di diversi sbarchi e documenti inerenti agli sbarchi.

"Alcune esternazioni fatte dal gup Sarpietro nell’ultima udienza preliminare ci sono sembrate eccessive rispetto alla terzietà. Stiamo attenti, è una cosa delicata", ha poi detto detto l’avvocato Corrado Giuliano, legale di parte civile, prima di entrare in aula. Il riferimento è all’ultima udienza quando venne ascoltato l’ex premier. "Poi fa spesso riferimento a fatti personali che mi sembrano non pertinenti rispetto al processo, come nel caso Palamara", dice ancora il legale dell’associazione AccoglieRete. Alla domanda se stanno pensando a una ricusazione del gup Nunzio Sarpietro dice: "Non ancora...". "Stiamo molto attenti è una cosa molto delicata questa", conclude.

"Di Maio sollecitava sbarchi con Salvini"

"Di Maio ha detto che quando era al governo con Salvini cercava sempre di sollecitare lo sbarco di una imbarcazione con i migranti a bordo", ha detto ancora Daniela Ciancimino, legale di parte civile. "Mentre Salvini sollecitava il trattenimento", ha affermato la legale.

“Le dichiarazioni alla stampa del legale di parte civile sulla deposizione del ministro Di Maio oggi in aula a Catania impongono una doverosa precisazione. Il ministro Di Maio non ha affatto detto che la notizia degli sbarchi si apprendeva dai tweet di Salvini, ma che da quei tweet dall’ex ministro degli Interni si aveva notizia del blocco della nave in mare. E, dunque, non dello sbarco, il che è sostanzialmente diverso. A rigor di logica, peraltro, affermare che si apprendeva di uno sbarco da un tweet è del tutto privo di senso, atteso che l’operatività di uno sbarco prevede un coordinamento di forze dello Stato e dunque un interessamento diretto delle autorità istituzionali preposte”. Lo precisa il legale del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Chiesta deposizione Palamara

La parte civile del procedimento Gregoretti ha chiesto al gup Sarpietro la deposizione dell’ex presidente dell’anno Luca Palamara. Lo ha annunciato uno dei legali di parte civile uscendo dal bunker di Catania.

"Lo sceglierà il giudice. Io Palamara me lo leggo a sera a casa e rabbrividisco", il commento di Salvini. "A me interessa enormemente capire se per caso degli input di questo procedimento nascono dall'idea che un politico di destra debba essere fatto fuori dal punto di vista giudiziario", ha aggiunto l’avvocato Giulia Bongiorno."Noi ci siamo rimessi al giudice - dice -Io, dopo le deposizioni di oggi. vorrei solo che a marzo si concludesse tutto. non vorrei perdere tempo. Se vogliamo aprire questo capitolo, va bene, ma la preoccupazione e' che passino altri tre mesi e di fare un processo nel processo. Noi stiamo assumendo iniziative su un tema assai rilevante. Non vorrei che fosse una iniziativa per perdere tempo".

Le tappe

La prima tappa del procedimento risale allo scorso 3 ottobre, quando a Catania, il leader della Lega è stato ascoltato per la prima volta proprio da Sarpietro. Salvini era arrivato di fronte al gup dopo la richiesta di giudizio fatta dal Tribunale dei ministri di Catania, richiesta che ha ottenuto il via libera del Senato lo scorso 12 febbraio.

L'accusa formulata è quella di aver "abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio", quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi Ue.

Sul caso Gregoretti la Procura etnea, guidata da Carmelo Zuccaro, si era già pronunciata per l’archiviazione, ritenendo che "l’attesa di 3 giorni per uno sbarco" non possa "considerarsi un’illegittima privazione della libertà" dei migranti a bordo della nave.

Inoltre, per gli inquirenti sulla nave vennero "garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni", come ribadito dallo stesso Salvini nella sua memoria difensiva, depositata a Catania negli scorsi giorni.

Al contrario il Tribunale dei ministri, chiedendo invece il processo, sottolineò come Salvini fosse stato responsabile di aver "determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale" dei migranti, "costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche" a bordo. I tre giudici per i reati ministeriali hanno inoltre sostenuto come "non vi fossero ragioni tecniche ostative all'autorizzazione allo sbarco", aggiungendo che "le persone soccorse potevano tempestivamente essere sbarcate e avviate all'hot spot di prima accoglienza per l'identificazione, salvo poi essere smistate secondo gli accordi eventualmente raggiunti a livello europeo". Accordi a livello Ue su cui insiste anche la difesa di Salvini, con concetti ribaditi nella memoria difensiva, in quello che sembra uno dei nodi dirimenti della vicenda. Di fronte a una strategia politica, voluta da Salvini (e dal governo di allora), con l'obiettivo di spingere i paesi Ue a intervenire per la ricollocazione dei migranti, l'atto di trattenerli a mare, secondo lo stesso Salvini era esclusivamente finalizzato al risultato politico. Al punto da dire che "la permanenza a bordo" era "funzionale solo a consentire la conclusione della procedura di redistribuzione" in Europa dei migranti.

Altro nodo, ancora, quello sui motivi di ordine pubblico, che avrebbero determinato lo stop allo sbarco in Sicilia. Per l'accusa i migranti non rappresentavano una minaccia in tal senso ("non ci sono informazioni sulla possibile presenza, tra i soggetti soccorsi, di persone pericolose per la sicurezza e l'ordine pubblico nazionale"). Tema su cui Salvini ha tirato fuori, nell'ultima memoria, una nuova prova, parlando di un "Gps per l'orientamento in mare che dopo il salvataggio fu trovato uno zainetto" a dimostrazione di "una probabile presenza a bordo, tra i migranti, degli scafisti responsabili del traffico". "Due scafisti - conclude la difesa di Salvini - che furono poi identificati e fermati".

Salvini ribadisce più volte che "non ci fu alcun sequestro di persona, non essendosi verificata alcuna illecita privazione della libertà personale nei giorni in cui i migranti rimasero a bordo della Gregoretti, in attesa dell’organizzazione del loro trasferimento presso la destinazione finale". "A tutte le persone a bordo della nave furono garantite cure e assistenza adeguate al caso di specie, nonché un continuo controllo delle condizioni di salute", ricorda l'ex titolare del Viminale.

Nella linea difensiva, infine, nessuna chiamata in correo di Conte, al di là della condivisa - secondo Salvini - responsabilità politica dell'allora presidente del Consiglio. Nonostante il nome di Conte sia citato più volte nella memoria, la chiamata in causa del premier non ci sarà: "Perché - ribadisce nelle piazze girate in questi giorni lo stesso Salvini - il fatto non sussiste, ci sono norme precise per mettere in salvo i naufraghi e nessuno di noi li lasciò in balia delle onde".

Poi è arrivata la decisione del Gup che ha chiesto di sentire anche Toninelli, Trenta (ascoltati a Catania lo scorso 12 dicembre) Conte, la cui deposizione è stata raccolta a fine gennaio a Palazzo Chigi. Domani sarà il turno di Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.

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