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Caso Lombardia Film Commission, l'ordinanza del gip

11 settembre 2020 | 12.06
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Con cui è stato disposto l’arresto di tre commercialisti vicini alla Lega "Da Di Rubba operazione appropriativa". Salvini: "Inchiesta si risolverà in nulla"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Ricorre un concreto e attuale pericolo di commissione, da parte degli odierni indagati, di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede. Costoro, infatti, hanno dimostrato, una spiccata capacità organizzativa, avendo coordinato sapientemente le loro azioni in perfetto riparto dei compiti, a ciascuno assegnati in relazione al ruolo, di diritto o di fatto, ricoperto". E’ quanto si legge nell’ordinanza del gip di Milano, Giulio Fanales, che ha disposto l’arresto di tre commercialisti vicini alla Lega Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri nell'ambito dell'inchiesta della Procura sul caso della presunta vendita a prezzo gonfiato di un capannone alla Lombardia Film Commission. 

"Il sodalizio, del quale si sono potute ben saggiare le potenzialità operative, si fonda innanzitutto su legami interpersonali (a base amicale, lavorativa e parentale in senso lato) particolarmente stretti e risalenti nel tempo, tali da cementificare il vincolo di solidarietà reciproca", si legge nel dispositivo.

"Il gruppo beneficia, inoltre, degli incarichi di rilievo tuttora ricoperti da alcuni suoi componenti negli organigrammi di numerose società ed enti, fra i quali anche soggetti di diritto privato a partecipazione pubblica". Inoltre, si sottolinea nell’ordinanza, "gli indagati hanno dimostrato la rara abilità di portare a termine l’operazione illecita in modo occulto, ossia mantenendo la maggior parte dei membri del sodalizio in posizione ‘riparata’ ed esponendosi all’estero attraverso uno solo fra loro (Barbarossa Fabio)".

"Si ribadisce, pertanto, l’adeguatezza all’efficace contrasto del pericolo di reiterazione del reato della sola misura degli arresti domiciliari corredata del divieto di comunicare con i terzi estranei. La forma di cautela prescelta viene ritenuta, altresì, proporzionata alla gravità in concreto dei fatti addebitati e, di conseguenza, all’entità delle sanzioni presumibilmente da irrogare", si legge nell’ordinanza.

"In conclusione -si sottolinea- ricorrono tutti i presupposti di legge, per l’applicazione nei confronti di Scillieri, Di Rubba, Manzoni e Barbarossa, in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti, in via provvisoria, della misura cautelare degli arresti domiciliari, corredata dal divieto di comunicare con persone diverse da coloro che coabitano con l’indagato o che lo assistono".

"Gli elementi testé analizzati inducono il giudicante ad attribuire all’operazione immobiliare natura sostanzialmente appropriativa, concretizzando di fatto l’impossessamento, da parte dell’allora presidente Di Rubba e dei suoi soldali, del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica e versato alla società immobiliare Andromeda", si legge.

"In altri termini -si sottolinea nell’ordinanza- le circostanze appena esposte assumono, ciascuna in via separata e tutte in modo convergente, una forte valenza indiziaria, nel senso di privare l’operazione immobiliare testé descritta di una reale giustificazione economica, manifestandosi viceversa quale schermo giuridico dietro al quale occultare l’unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall’ente pubblico a favore dell’allora presidente Di Rubba e dei suoi complici".  

Andrea Manzoni, commercialista e revisore contabile della Lega alla Camera, "ha riferito di avere appreso da Di Rubba", anch’egli commercialista e con lo stesso ruolo al Senato, "in occasione di alcune visite presso la sede della Lega in Milano via Bellerio del finanziamento erogato dalla Regione in favore della Lombardia Film Commission, finalizzato all’acquisto di un immobile, ove sarebbe stata trasferita la sede della fondazione", si legge ancora nell’ordinanza.

"Ne faremo altri mille… la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70…". Così Michele Scillieri sul caso della presunta vendita a prezzo gonfiato di un capannone a Cormano, nel Milanese, alla Lombardia Film Commission, parlava ad Alberto Di Rubba. Il colloquio del 19 maggio scorso, intercettato dagli inquirenti, è contenuto nell’ordinanza del gip, che ha disposto gli arresti domiciliari per i due commercialisti e altre due persone.

"Di Rubba e Scillieri a proposito della conclusione infelice dell’affare relativo alla fondazione e ai terreni (da intendersi il complesso immobiliare) concordano circa la necessità di superare il malcontento serpeggiante fra i sodali in conseguenza dei guadagni rivelatisi minori del previsto", si legge nel dispositivo.

Secondo quanto scritto nell'ordinanza, vi era una "perfetta corrispondenza" fra la bozza di avviso di ricerca per l’acquisto di un immobile da parte della Lombardia Film Commission inviata dal commercialista Michele Scillieri e il documento definitivo pubblicato sul sito internet della fondazione. Un elemento, si legge nell’ordinanza, che prova "l’accordo collusivo, siglato fin dall’origine dai tre indagati (Di Rubba, Manzoni e Scillieri), volto a minare dalle fondamenta il procedimento diretto a stabilire il contenuto del bando, o meglio dell’avviso, per la ricerca del terzo contraente".

Le conclusioni si basano sulle testimonianze di una dipendente della fondazione, che partecipò "in qualità di segretaria alla riunione del consiglio di amministrazione del 23 novembre 2016", che deliberò di ricercare un immobile da acquistare con il contributo erogato dalla Regione. La donna, si legge nel dispositivo, ha dichiarato "di aver ricevuto da Di Rubba", ex presidente della Lombardia Film Commission, "il giorno 8 maggio, all’interno degli uffici della fondazione, la disposizione di scrivere una mail a Scillieri, per richiedere a costui una bozza dell’avviso pubblico da indire per la ricerca dell’immobile; di avere prontamente provveduto secondo quanto richiesto; di aver ricevuto, il giorno seguente, una mail proveniente da Scillieri, indirizzata per conoscenza anche a Di Rubba, recante in allegato la bozza dell’avviso pubblico; di avere ricevuto, nelle ore successive, una mail proveniente da Di Rubba, indirizzata anche a Scillieri, con la quale il primo, dopo aver ringraziato il secondo per il suo operato, le dava le ultime istruzioni utili per il completamento degli spazi vuoti residui, con particolare riguardo alle date di apertura e chiusura dell’avviso pubblico; infine, di avere personalmente verificato la perfetta corrispondenza fra la bozza di avviso inviata da Scillieri e il documento definitivo, oggetto di pubblicazione sul sito internet".

Secondo il gip, "la predisposizione da parte di Scillieri della bozza dell’avviso pubblico, destinata a essere trasfusa senza modifiche nel documento finale, rappresenta una circostanza dotata di notevole pregnanza probatoria, in merito alla preesistenza dell’accordo collusivo".

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