L'India ha deciso di opporsi alle richieste dell'Italia sul caso marò al Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, cui ha deciso di rivolgersi nelle settimane scorse, in occasione dell'udienza fissata per il 10 agosto. Lo dice al quotidiano 'The Hindu' il procuratore generale aggiunto, P.S.Narsimha, che rappresenterà l'India dinanzi alla Corte. "Davanti al Tribunale - ha chiarito - contesteremo che solo l'India ha la giurisdizione per giudicare i reati commessi nel Paese e che il tribunale non ha giurisdizione".
Non solo: secondo quanto annunciato dal procuratore aggiunto, l'India "contesterà il fatto che l'Italia non abbia esaurito tutte le procedure possibili, come previsto prima di invocare la giurisdizione del Tribunale per il diritto del mare". Infine, ha spiegato ancora Narsimha, l'India "contesterà che non ci sono circostanze urgenti tali da richiedere qualsiasi misura provvisoria" per Salvatore Latorre e Massimiliano Girone.
L'Italia ha presentato il 21 luglio scorso al Tribunale di Amburgo una richiesta perché l'India "si astenga dal prendere qualsiasi misura amministrativa o giudiziaria" e "assicuri che le restrizioni alla libertà, alla sicurezza ed al movimento dei marò siano immediatamente revocate".
