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Caso Orlandi

"Chi tace è complice", sit in a Roma per Emanuela

22 giugno 2019 | 20.21
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A 36 anni dalla scomparsa. Il legale della famiglia: "Rammaricati da silenzio, con i tempi del Vaticano non basterà questa vita" (Foto)

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

di Assunta Cassiano

'Chi tace è complice'. A 36 anni dalla scomparsa, con un sit in a piazza Apollinare a Roma (Foto), la famiglia di Emanuela Orlandi torna a chiedere giustizia e verità. "Nessuno Stato né tantomeno la Chiesa possono giustificare la criminalità. Verità per Emanuela", si legge su uno degli striscioni esposti nell'ultimo luogo dove è stata vista Emanuela, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa il 22 giugno 1983 a 15 anni.

In piazza, circondato da decine di persone c'è Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, con un cartello al collo con la foto di sua sorella. "Vaticano per Emanuela 36 anni di omertà. Vergogna", riporta un altro striscione. "Le persone scomparse vanno cercate non archiviate", "la verità rende liberi", si legge ancora su altri cartelli.

"L'ultimo contatto con il Vaticano è stato due mesi fa, poi il silenzio, lo stesso silenzio che dura da 36 anni", sottolinea Pietro Orlandi. "Un silenzio - dice - che finora ho rispettato ma nessun segnale è arrivato. Nell'istanza presentata con il mio avvocato chiedevamo che venissero ascoltati, tra gli altri, alcuni cardinali, l'ex pm di Roma Giancarlo Capaldo, ma non abbiamo più avuto nessun contatto. Anch'io avevo chiesto di essere ascoltato ma sono ancora in attesa. Per questa manifestazione abbiamo scelto la frase 'chi tace è complice' pronunciata da Papa Francesco ma riferita ad altro".

Il caso di Emanuela "merita certamente di avere la priorità su qualsiasi altra inchiesta: si tratta di una ragazza sparita nel nulla, di una cittadina vaticana, e dovrebbe essere interesse del Vaticano chiarire tutti i coni d'ombra. Siamo rammaricati da questo silenzio", dice l'avvocato Laura Sgrò legale della famiglia di Emanuela Orlandi partecipando al sit in.

"Noi stiamo continuando a lavorare e le nostre attività coinvolgeranno tutti, perché la sensazione è che se dobbiamo attendere i tempi del Vaticano non basterà questa vita. Con la nostra istanza - ricorda - abbiamo chiesto di ascoltare, tra gli altri, anche alcuni cardinali che all'epoca avevano ruoli apicali, e ormai in età avanzata, ma non ci risulta che siano stati ascoltati. Purtroppo il tempo è nostro nemico. Nonostante ciò non intendiamo fermarci. Andremo avanti sempre e comunque", sottolinea.

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