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Caso Orlandi, il monsignore: "Resti al cimitero? Pura leggenda"

04 marzo 2019 | 17.04
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I famigliari di Emanuela chiedono di aprire una tomba del cimitero teutonico, l'arcivescovo Gianfranco Girotti risponde: "Non è più il caso di arrampicarsi sugli specchi"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Elena Davolio
"Pura leggenda". La richiesta al Vaticano da parte dei famigliari di Emanuela Orlandi di fare luce su una tomba al cimitero teutonico all'interno delle mura vaticane perché potrebbe custodire i resti della figlia del commesso vaticano di cui si sono perse le tracce dal giugno 1983, viene bollata in questi termini da monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica. Interpellato dall'Adnkronos su questa nuova sollecitazione della famiglia ("trattasi di bufala", corregge), mons. Girotti dice: "Siamo alla pura leggenda che a questo punto diventa anche stucchevole. Certamente non credibile. Capisco il desiderio dei famigliari di Emanuela di tenere accesi i riflettori su un caso che sconvolge ancora e che ha suscitato scandalo, ma mi pare evidente che si stiano arrampicando sugli specchi".

I famigliari di Emanuela Orlandi hanno sempre denunciato "opacità" e "poca trasparenza" da parte del Vaticano sulla vicenda. Ritiene che tocchino un tasto giusto e che la loro insistenza possa essere determinata da tutto questo? "Io penso che siamo in presenza di una bufala - dice mons. Girotti -. Io non direi che c'è stata poca trasparenza. Tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto. Trovo davvero stucchevole l'insistenza della famiglia Orlandi".

Il Vaticano oggi ha fatto sapere ufficialmente che la lettera della famiglia Orlandi è stata ricevuta dal segretario di Stato e che le richieste saranno studiate. Che cosa si deve pensare? "Io penso sia stata una risposta educata e diplomatica. Già si era sollevato un polverone con le ossa ritrovate a villa Giorgina nella sede della nunziatura. E poi si è visto l'esito. Ora si tira in ballo il cimitero teutonico. Credo che percorrere una strada di fantasia che non ha fondamento sia una cosa grave. La Santa Sede ha fatto tutto quello che si poteva fare. Il caso è chiuso", conclude Girotti, che quando la magistratura cercava i resti di Emanuela a Sant’Apollinare disse che non li avrebbe trovati.

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