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Caso Regeni, Egitto: nuovo team investigativo per fare piena luce

30 marzo 2016 | 15.09
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I documenti di Giulio Regeni ritrovati in casa di uno dei presunti sequestratori (fonte ministero Interno Egitto)
I documenti di Giulio Regeni ritrovati in casa di uno dei presunti sequestratori (fonte ministero Interno Egitto)

Il procuratore generale egiziano, Nabil Sadeq, ha ordinato la formazione di un nuovo team investigativo con l'obiettivo di fare "piena luce" e "svelare la verità" sull'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso in Egitto. Lo ha reso noto un comunicato della stessa procura generale egiziana, precisando che la squadra di investigatori è composta da membri dell'ufficio di Sadeq.

Secondo la nota, il nuovo team investigato è stato creato anche alla luce del fatto che le indagini sul caso Regeni "si svolgono in diversi luoghi geografici".

"Nell'ambito dell'accordo di collaborazione positiva tra la procura generale egiziana e quella italiana - prosegue la nota - il procuratore egiziano Sadeq ha contattato telefonicamente il suo omologo Giuseppe Pignatone informandolo delle novità sul caso e sul prosieguo delle indagini. I due procuratori - si conclude - hanno concordato di proseguire con lo scambio di informazioni finché i responsabili dell'accaduto non saranno consegnati alla giustizia perché siano puniti".

Intanto, rientrano in Italia i tre agenti dello Sco della polizia e i tre carabinieri del Ros che il 5 febbraio scorso andarono in missione al Cairo. Il rientro degli investigatori, che per ora conclude la loro attività in Egitto, avviene nell'imminenza dell'incontro che martedì prossimo vedrà faccia a faccia gli investigatori italiani e quelli egiziani. Sarà questa l'occasione perché l'autorità del Cairo finalmente consegni alla procura di Roma i reperti raccolti dopo il ritrovamento del corpo del ricercatore italiano e invano richiesti dalle nostre autorità in più occasioni.

Secondo le richieste fatte dalla Procura della Repubblica di Roma il materiale già fornito dalle autorità egiziane non contiene i dati delle celle telefoniche e le riprese delle telecamere di sorveglianza dislocate nella metropolitana e nei negozi del quartiere dove ha abitato Giulio Regeni fino al 25 gennaio quando poi è scomparso.

Altra richiesta delle autorità italiane è quella di avere più particolari, necessari per sviluppare le indagini perché quelli già ricevuti non sembrano completi e quindi è necessario avere altre informazioni.

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