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Caso Ruby: Di Pietro su blog Grillo, entrambe le sentenze non convincenti

19 luglio 2014 | 11.09
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"Già magistrato, ora contadino". Firma così Antonio Di Pietro un lungo commento sul blog di Beppe Grillo dedicato alla sentenza d'appello sul caso Ruby. Il pezzo è sormontato da una foto con Di Pietro pm che interroga Bettino Craxi nell'aula del tribunale di Milano sul caso Enimont. "Le sentenze -scrive- si rispettano sempre, sia quando piacciono che quando non piacciono e a me francamente non piace né la sentenza di appello di oggi che ha assolto Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby, né la sentenza di primo grado che invece, per gli stessi fatti, lo aveva condannato a 7 anni di carcere".

Di Pietro rileva "due forzature di troppo: in primo grado aver condannato Berlusconi anche per 'concussione per costrizione' ed in appello averlo assolto anche per il reato di 'prostituzione minorile'". A sua sorella Concetta, ha fatto una traduzione "in dipietrese" della decisione dei magistrati: "I giudici di appello hanno assolto Berlusconi dall'accusa di concussione perché il dr. Ostuni della Questura di Milano non era e non può essere considerato alla stregua di un 'povero cristo' che - siccome gli telefona il Presidente del Consiglio - si impaurisce a tal punto da non potergli 'resistere'".

Insomma, "ai giudici di Appello potrebbe essere sembrato più plausibile che il dr. Ostuni si sia volontariamente adeguato alle richieste di Berlusconi, pur essendo le stesse improprie e fuori luogo". "Berlusconi, però, è stato assolto anche dall'accusa di prostituzione minorile -prosegue l'ex pm- ma in questo caso non perché 'il fatto non sussiste' bensì perché 'il fatto non costituisce reato', vale a dire che il 'fatto' c'è o ci potrebbe essere stato ma non è reato in quanto Berlusconi non aveva avuto la percezione di avere a che fare con una minorenne". (segue)

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