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Caso Ruby: difesa Berlusconi, intercettazioni sono inutilizzabili

15 luglio 2014 | 12.32
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Nel processo sul caso Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi "le intercettazioni devono essere dichiarate inutilizzabili" perché "non consentite visto il reato": da codice, non si potevano disporre per il reato di induzione alla prostituzione, come invece è stato fatto dagli inquirenti. È uno dei passaggi dell'arringa di Filippo Dinacci, difensore dell'ex premier.

Non solo: per il legale con il ritardo nelle registrazioni sul server della Procura è stato violato "il principio di legalità", mentre riguardo ai tabulati telefonici, con cui "sono riusciti a ricostruire le presenze di certe presenze nella dimora di un parlamentare", le normative europee precisano che "si possono acquisire solo per reati molto gravi come il terrorismo".

Per la difesa, inoltre, la competenza territoriale riguarda Monza visto che il capo di gabinetto della questura di Milano Pietro Ostuni riceve la telefonata nella sua abitazione a Sesto San Giovanni, mentre il ricorso al giudizio immediato "ha pregiudicato i diritti dell'imputato: su 88 elementi di prova 55 non sono stati contestati all'imputato nel momento del giudizio immediato. Sono stati depositati e posti a conoscenza dell'indagato solo un terzo degli atti" gli altri due terzi erano in parte "già stati acquisisti dalla procura e un'altra parte sono atti eseguiti dopo".

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