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Yara, il pm: “Puzzle quasi completato”. I Gambirasio: “Pregare per Bossetti”

20 giugno 2014 | 10.37
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Ruggeri: “L’analisi del Dna ripetuta in più laboratori, Ignoto 1 è lui”. Il procuratore all’attacco: “Aride le polemiche sui costi dell’inchiesta”. La famiglia della 13enne uccisa al parroco: “Quell’uomo ha bisogno di preghiere più di noi”. Il presunto assassino resta in carcere: ’’Gravi indizi di colpevolezza’’. La madre: “Mai stata con Guerinoni”

Yara (Infophoto)  - INFOPHOTO
Yara (Infophoto) - INFOPHOTO

Un’indagine “lunga, laboriosa, faticosa, contraddittoria e sorprendente condotta con passione, impegno e dedizione da tutte le forze di polizia”. Così il pm di Bergamo Letizia Ruggeri descrive, durante la conferenza stampa in Procura, l’inchiesta sul caso Yara, aggiungendo che con l’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti “alla fine il quadro è quasi completato”.

Nessun testimone, niente telecamere a riprendere la scena è stata un’indagine “difficile”, fatta con “grandissima pazienza”, racconta il pm di Bergamo. Un’inchiesta che vede l’analisi di “120mila utenze telefoniche”.

I numeri sono davvero eccezionali, se confrontati con quelli di altre inchieste su omicidi: “sono 4897 i profili biologici analizzati nei laboratori della polizia scientifica, 9488 quelli effettuati dai Ris, ancora 7435 quelli da analizzare” dei militari camice bianco. “Considerando che avevamo 120mila contatti telefonici ci avremmo messo almeno dieci anni”, ma “non ci saremmo arresi”, sottolinea il pm.

Un percorso “certosino” che parte dal luogo del ritrovamento della vittima e arriva ad analizzare le persone che frequentano “il centro sportivo di Brembate, gli amici e i parenti di Yara e i 33mila soci del locale le Sabbie Mobili” vicino al campo di Chignolo d’Isola dove è stata trovata la vittima.

Proprio in quel locale la sera dell’omicidio c’era un nipote di Guerinoni, estraneo ai fatti. Da quel Dna si ricostruisce l’albero genealogico “fino al 1815” della famiglia che porta a identificare Giuseppe Guerinoni (morto nel 1999) come il padre naturale di ‘Ignoto 1’. È il Dna, insieme ad altri elementi, il “faro di un’inchiesta complicata”.

“Dopo aver riesumato il cadavere di Guerinoni, non abbiamo avuto nessun dubbio sul fatto che fosse il padre del soggetto che stavamo cercando”, svela il pm Ruggeri.

Il Dna di Ignoto 1 è stato trovato in “quantità abbondante sugli slip e sui leggings” della vittima, “sono stati estratti diversi campioni, alcuni migliori, altri meno”, e l’analisi è stata “ripetuta in quattro diversi laboratori” per cui “è sicuro” che il Dna di Ignoto 1 corrisponde “a quello di Bossetti”, afferma il pm di Bergamo. Il confronto del Dna tra quello trovato sugli indumenti della vittima e quello del presunto colpevole “è ripetibile”.

A chi gli chiede quale sia il motivo che avrebbe spinto Bossetti a uccidere Yara, Ruggeri risponde: “Dobbiamo accertare se si tratti di un movente sessuale”.

La prova del Dna “è molto significativa” e a dire del pm di Bergamo “può bastare da sola” per condannare il 44enne muratore. Il profilo del Dna è stato trovato “in una zona degli slip” della vittima “recisa di netto con un’arma tagliente”; l’ipotesi preferenziale è che il soggetto” colpendo Yara “si sia tagliato, per cui è molto significativa”. Nessuno si spinge a parlare di sangue, preferendo parlare di tracce biologiche.

Il pm di Bergamo non esclude di chiedere il giudizio immediato, quindi senza passare dall’udienza preliminare, per Bossetti. “Devo valutare come procede questa fase dell’indagine, ma non lo escludo”, spiega.

Polemica sulle spese - Va all’attacco il procuratore capo di Bergamo Francesco Dettori per il quale sottolineare che si sono spesi “svariati milioni di euro” rappresenta una delle “critiche totalmente ingiustificate visto il risultato” raggiunto nel caso. Polemiche “aride perché quando c’è una adolescente di 13 anni” e un caso di “interesse enorme dell’opinione pubblica lo Stato non deve badare a spese”.

Poi, dopo la polemica con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il procuratore torna a chiedersi: “Perché buttare in pasto ai media un presunto colpevole che è una persona che va tutelata” in attesa della convalida da parte del gip, “per la quale vale la presunzione di innocenza?”. “Diciamo pure che la notizia non è uscita molto bene”, aggiunge.

Il comandante del Ros Mario Parente, intervenendo durante la conferenza stampa, parla del caso Yara come di un’indagine con “pochissimi precedenti” che ha “coinvolto tutte le forze polizie, un’indagine di scuola. Si è parlato molto di prova scientifica ma c’è stato un percorso investigativo assolutamente tradizionale”.

I Gambirasio - Don Corinno, parroco di Brembate di Sopra, riferisce all’Adnkronos che i Gambirasio gli hanno chiesto, tramite il Vescovo, di pregare per Bossetti, “di pregare per quel papà, per quell’uomo, perché ne ha più bisogno lui di noi”.

Le dichiarazioni della madre di Bossetti - Intanto, la madre di Bossetti Ester Arzuffi, 67 anni, in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ assicura: “Non sono mai stata con Guerinoni”. “Sono consapevole di che cosa indica il Dna, ma dico che non è vero”, aggiunge.

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