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Cassazione: "Illegittimo sequestro su presunti soldi a Berlusconi"

21 aprile 2022 | 19.57
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Le motivazioni della decisione dello scorso 23 marzo: "Manca un nesso di pertinenza per i reati per cui si procede"

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Non c’è "il nesso di pertinenza tra i reati per cui si procede, il presunto finanziamento documentato dalla scrittura privata e il sequestro di documenti e dati informatici rispetto a terzi". E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 23 marzo la Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il decreto di sequestro di documenti e dati informatici ai familiari della famiglia mafiosa dei Graviano nell'ambito dell'indagine della Procura di Firenze sulle stragi del '93 che vede indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell' Utri.

I supremi giudici della quinta sezione penale però, con la decisione dello scorso 23 marzo, le cui motivazioni sono state rese note ora, hanno accolto il ricorso della difesa di Nunzia e Benedetto Graviano, fratelli dei boss di mafia Filippo e Giuseppe Graviano, contro il sequestro dei dati contenuti in cellulari e computer disposti dalla Procura di Firenze dopo le dichiarazioni rese da Giuseppe Graviano. Per la difesa, “i decreti di perquisizione si fonderebbero su una fantasmagorica ipotesi investigativa” e “non motivano in ordine alla relazione esistente tra i ricorrenti e la scrittura privata oggetto di ricerca”. “Il provvedimento di perquisizione e sequestro legittima una non consentita attività esplorativa, finalizzata alla eventuale acquisizione, diretta o indiretta, di altre notizie di reato" sottolineano gli ‘ermellini’ nelle motivazioni. Dopo l’annullamento con rinvio ora l’ordinanza tornerà per un nuovo esame al tribunale di Firenze che “dovrà tenere conto di tutti i principi richiamati, procedendo all’esame dei motivi del riesame come proposti dalla difesa dei ricorrenti”, conclude la Cassazione.

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