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Catalogna, l'autogol di Madrid: "Ha affossato il no"

02 ottobre 2017 | 15.31
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Quanto è accaduto ieri in Catalogna , le violenze alle quali abbiamo assistito, sono state un autogol per Madrid", falsando il risultato del referendum: "Alla fine a votare sono andate soprattutto quelle persone convinte e soprattutto convinte che la regione debba diventare indipendente". A dirlo all'AdnKronos è Gianfranco Pellegrino, professore di Filosofia Politica alla Luiss.

"L'autogol è sia dal punto di vista morale che politico - sottolinea l'esperto - riflettendo su ciò a cui abbiamo assistito mi sembra chiaro che questo governo non sia in grado di gestire una situazione del genere. Basta ripensare al referendum sull'indipendenza della Scozia. La rivendicazione autonomista poteva essere discussa e discutibile, fino a ieri però. Ora è tutto cambiato".

"Ci sarebbe comunque da interrogarsi anche sulle direttive date dal governo ai poliziotti", aggiunge Pellegrino. Però restano impresse nella mente le immagini di anziani sbattuti a terra dagli agenti e delle donne trascinate per i capelli fuori dai seggi.

"E' molto probabile che di fronte a una situazione più tranquilla, più persone sarebbero andate a votare ieri, anche quelle persone convinte che dire no all'indipendenza fosse la cosa migliore - sottolinea il docente - invece si sono recate alle urne meno della metà di coloro che potevano votare, con un risultato che molto probabilmente non rispecchia in pieno il pensiero dei catalani".

Nella filosofia morale e politica c’è stata, abbastanza di recente, una discussione sull’etica della secessione, ricorda il docente su open.luiss.it, cioè sulle ragioni morali che possono portare una parte della popolazione a secedere. Il diritto alla secessione invocato dalla Catalogna si rifà alla teoria per cui un gruppo può staccarsi dalla madrepatria per rivendicare un diritto primario – come il diritto all’autodeterminazione in quanto gruppo etnico o culturale (i popoli o le nazioni, uniti da un’etnia o da una cultura condivisa, hanno diritto ad avere un proprio Stato), o quello derivante dalla volontà comune (gruppi che autonomamente decidano, con procedure democratiche maggioritarie o plebiscitarie, di separarsi dalla madrepatria hanno diritto di farlo). Quindi non deriva da una precedente ingiustizia, dalla violazione di un diritto, bensì è un diritto originario, o comunque connesso a diritti come l’autodeterminazione o l’autonomia. O almeno, non derivava. Perché ora come ora "il comportamento tenuto dal governo spagnolo rischia di rendere giustificata una secessione che prima non lo era, trasformandola in un’opzione moralmente legittima", sottolinea Pellegrino. I catalani potrebbero appellarsi al diritto di ribellarsi a quei governanti che hanno violato in maniera estrema e sistematica i diritti umani fondamentali dei cittadini.

"Non so ora come useranno i politici catalani ciò che è accaduto ieri - dice ancora il docente - ma il governo di Madrid ha dimostrato di non essere furbo e di essere sanzionabile indipendentemente dalla posizione che uno ha".

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