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Expo: Caviro, 'economia circolare' per qualità e sostenibilità del vino

06 ottobre 2015 | 10.09
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Expo: Caviro, 'economia circolare' per qualità e sostenibilità del vino

Con 100 milioni di euro investiti a favore della sostenibilità negli ultimi 6 anni, Caviro, una delle principali cooperative agricole italiane con 12.000 viticoltori, si conferma realtà all’avanguardia nello sviluppo di un’economia circolare, capace di trasformare lo scarto in risorsa. Un obiettivo raggiunto creando valore a 360 gradi, a partire dai derivati della coltivazione della vite e della produzione di vino. È quanto emerso dalla tavola rotonda dal titolo 'Caviro, da sostenibilità a economia circolare: nuova vita per il mondo del vino', che si è tenuta ad Expo, e a cui hanno preso parte: Carlo Dalmonte, presidente Caviro Sca; Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente; Luigi Mariani, direttore Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura e docente all’Università degli studi di Milano - Disaa; Virgilio Romano, Director Cliente Service Iri, Sergio Dagnino, direttore generale Caviro Sca.

Il gruppo, che oggi conta 535 dipendenti in 4 diversi stabilimenti produttivi e che ha registrato 314 milioni di euro di fatturato ottenuti nel 2014, opera meccanismi virtuosi che coinvolgono almeno 4 ambiti diversi: l’estrazione di polifenoli dai vinaccioli, enocianina e acido tartarico; l’autosufficienza energetica e lo sfruttamento delle rinnovabili; il recupero delle acque e la creazione di compost, anche per le culture biologiche.

“Gli investimenti operati negli ultimi 6 anni per un valore complessivo di 100 milioni di euro ci hanno permesso di ottenere un continuo miglioramento delle nostre performance in termini di qualità e rispetto dell’ambiente. L’impegno in materia di ecosostenibilità, però, ci accompagna sin dalle origini: basti pensare che il nostro Gruppo recupera il 30% delle acque e risparmia 50.000 tonnellate sul packaging e imballaggi grazie all’utilizzo di brik e vetro leggero”, ha affermato Sergio Dagnino, direttore generale Caviro Sca, intervenuto per dare il benvenuto alla tavola rotonda e tracciare il bilancio della vendemmia 2015 che si è dimostrata una delle migliori degli ultimi anni.

A illustrare i dettagli del modello di economia circolare attivato da Caviro è stato invece Carlo Dalmonte, presidente di Caviro Sca, dimostrando come questo gruppo sia riuscito a fare la differenza con i numeri, a partire da quelli che riguardano l’energia. “Tutti gli scarti - ha spiegato Dalmonte - vengono sfruttati per energia rinnovabile: dalle fecce produciamo biogas per energia elettrica e termica, mentre dalle vinacce produciamo energia termica ed elettrica attraverso la combustione controllata e con le migliori tecnologie di trattamento delle emissioni. A questo si aggiunge l’autosufficienza energetica totale e rinnovabile degli impianti Caviro, contribuendo efficacemente alla riduzione degli effetti dei gas serra”.

Un dato su tutti dimostra come la sostenibilità crei valore: l’energia autoprodotta dal gruppo Caviro è pari a 110.627.569 kWh, equivalente a 20.687 ton di petrolio (Tep) risparmiate. Non meno significativo l’apporto derivante dall’estrazione di polifenoli dai vinaccioli, enocianina e acido tartarico. Il processo industriale di trattamento dei sottoprodotti che arrivano in distilleria, inizialmente finalizzato al recupero del bioetanolo, si è anche sviluppato nel recupero di prodotti a maggior valore aggiunto.

Dai sottoprodotti che arrivano in distilleria, vinacce e fecce, Caviro recupera vinaccioli per l’estrazione di polifenoli per uso enologico, alimentare e nutraceutico; enocianina colorante naturale per uso alimentare e acido tartarico per uso enologico, alimentare, farmaceutico e industria dell’edilizia. Tra gli elementi che caratterizzano il ciclo virtuoso di Caviro, vi è inoltre la produzione di compost anche per colture biologiche. L’analisi delle performance ambientali dimostra, inoltre, che Caviro Distillerie recupera, ad oggi, ben il 99,9% dei rifiuti prodotti, inviando allo smaltimento solo lo 0,1%. “Il modello di economia circolare di Caviro - ha concluso Dalmonte - consente di recuperare gran parte degli scarti per produrre valore. Ciò permette di ammortizzare parte del costo, arrivando sul mercato con un prodotto di qualità e con prezzi in linea con le aspettative del consumatore”.

Elementi, quelli legati alle politiche green di Caviro, che hanno contribuito a decretare l’affermazione di un Gruppo che oggi esporta in 70 Paesi e che ha come target di riferimento 7,3 milioni di famiglie consumatrici in Italia, ma che hanno permesso anche di ridurre l’impatto su un ecosistema sempre più a rischio. Luigi Mariani, direttore del Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura e docente all'Università degli studi di Milano - Disaa, ha infatti evidenziato nel suo intervento i cambiamenti climatici intervenuti negli ultimi anni e l’importanza di adottare pratiche che tutelino l’ambiente.

Strategie che trovano un crescente interesse da parte di chi acquista: “La sensibilità sull’argomento - ha affermato Virgilio Romano, Director Cliente Service Director di Iri - è destinata ad aumentare: i consumi sempre più includeranno valenze sociali e ambientali che chiameranno i consumatori a scelte più attente e a un uso più responsabile dei prodotti”.

Anche il ministero dell’Ambiente è impegnato nell’accresce l’impegno delle imprese verso lo sviluppo di un’economia circolare. Ad evidenziarlo, nel corso della conferenza stampa, è stata il sottosegretario Barbara Degani: “Stiamo lavorando - ha dichiarato Degani - su due fronti: da una parte, sulla base di accordi volontari con le aziende che dimostrano come ci sia una nuova sensibilità su questo tema e, dall’altra, attraverso politiche di defiscalizzazione che agevolino le realtà che già applicano l’economia circolare. Stiamo lavorando anche sul piano dell’educazione ambientale e in Cittadinanza Attiva abbiamo aggiunto due parole: responsabile e sostenibile che sono stati i temi che Caviro porta vanti”.

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