C'è un piano per salvare la casa di Sergio Bramini, l'imprenditore di Monza balzato all'onore delle cronache dopo la visita dei due leader politici, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e scelto recentemente come consulente al Mise da Di Maio in persona. Sfrattato dopo il fallimento della sua impresa, la Icom, attiva nel mondo dei rifiuti, Bramini si sta facendo aiutare dall'associazione San Giuseppe Imprenditore e dallo studio del commercialista Sandro Feole.
Con tanto di timing per la riuscita dello stralcio delle posizioni di Bramini, il sito 'SalviamocasaBramini.it', online da due giorni, ha lanciato un appello a 50 imprenditori. Servono 580mila euro e ne sono arrivati circa 60mila, per ora. "Tutti si concentrano sul suo nuovo ruolo al Governo dimenticando che Bramini oggi vive in un buco con altre due famiglie", spiega Feole, contattato dall'Adnkronos.
Nel dettaglio, il piano prevede che attraverso il prestito - i cinquanta imprenditori dovrebbero versare a testa circa 10mila euro - si possa stralciare la duplice posizione creditoria di uffici e casa Bramini. A quel punto, con la vendita degli uffici, si otterrebbe la liquidità necessaria per rimborsare tutti coloro che hanno finanziato l'operazione. Si tratta di un prestito ponte "per sbloccare la situazione". La durata dell'intervento è stimata in circa un anno, con 200 giorni previsti per la restituzione del prestito.
"Non ci sono guadagni né interessi. Chi partecipa deve farlo per aiutare un imprenditore che ha avuto un trattamento terribile da parte dello Stato", spiega ancora Feole, che si è dato trenta giorni di tempo per raccogliere la cifra.