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Celebra messa e confessa ma è falso prete

26 gennaio 2019 | 13.47
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Ha millantato di essere sacerdote e monaco benedettino, ottenendo la fiducia dei fedeli e traendo in inganno il parroco della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, a Torremaggiore, in provincia di Foggia. Ha anche celebrato messa nella stessa chiesa e ha ascoltato la confessione di alcuni fedeli. Ma in realtà era un falso prete.

Dopo una serie di indagini il vescovo di San Severo, monsignor Giovanni Checchinato, ha chiarito la vicenda. Come si spiega in una nota dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi, l'uomo, "è incorso 'ipso facto' nella pena dell'interdetto 'latae sententiae' stabilita dal Codice di Diritto Canonico. Ciò significa - continua la Diocesi  - che si è messo nella condizione di non poter ricevere i sacramenti". Il falso sacerdote è stato presentato come assistente spirituale nazionale dell’associazione 'Laudato Sii'. Informazioni grazie alle quali gli è stata consentita la possibilità di celebrare l’eucaristia.

Il vescovo però ha approfondito la vicenda: prima ha contattato la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Sublacensi Cassinesi a Roma e la Curia Generalizia dei Monaci Benedettini Silvestrini sempre della capitale dove, tra l'altro, "il sedicente monaco ha detto di essere membro residente". Quindi ha chiesto e ricevuto informazioni dalla Curia diocesana di San Benedetto del Tronto dove il falso sacerdote ha attualmente la residenza. Infine ha chiesto altre informazioni "sul suo presunto ruolo di assistente spirituale nazionale dell’associazione menzionata" giungendo "alla certezza morale della completa estraneità a tutte queste realtà e all’Ordine Sacro" dell'uomo.

Secondo la Diocesi si è trattato "di spiacevoli eventi che hanno creato disorientamento e confusione, soprattutto nella comunità cristiana di Torremaggiore". Nei giorni scorsi il sedicente monaco è stato avvicinato a Torremaggiore dal Vicario Generale e dal Cancelliere Vescovile della Diocesi e "nonostante abbia ancora confermato di essere monaco benedettino e di appartenere alla comunità di Santo Stefano a Roma presso i Monaci Benedettini Silvestrini, non ha presentato nessun documento probatorio a supporto delle sue affermazioni; non ha presentato il 'celebret' che avrebbe potuto smentire il ragionevole dubbio sulla sua ordinazione presbiterale; ha fornito un recapito telefonico inesistente dei suoi presunti superiori".

"Nella certezza di aver fatto chiarezza sulla questione, nella speranza che situazioni simili non si ripetano – conclude monsignor Checchinato – si coglie l’occasione per esortare i fedeli e le comunità parrocchiali ad essere ‘sentinelle’,prima di dar credito a chi si dovesse presentare e/o qualificare come religioso. Inoltre, invito a denunciare all’Autorità Ecclesiastica eventuali situazioni anomale che dovessero presentarsi".

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