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Cesa: "Serve maggior impegno dei cattolici credenti in politica"

08 agosto 2021 | 20.23
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Il segretario nazionale dell'Udc commenta l'editoriale di Marco Follini, pubblicato oggi sul sito dell'Adnkronos, sul declino del primato politico dei cattolici

(Fotogramma)
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"L’analisi di Marco Follini è come sempre lucida e impeccabile". Così il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, commenta l'editoriale di Marco Follini, pubblicato oggi sul sito dell'Adnkronos, sul declino del primato politico dei cattolici. Secondo il leader centrista ''a livello nazionale con la crisi dei partiti e delle istituzioni e, a livello mondiale, con la globalizzazione, in cui, troppo spesso, prevalgono pochi grandi gruppi finanziari che, di certo, non hanno a cuore gli interessi della persona, sarebbe auspicabile un maggior impegno dei cattolici credenti in politica".

"Lo sarebbe a maggior ragione -dice Cesa all'Adnkronos- per riportare al centro il valore della dignità della persona, pur tra le difficoltà che Follini mette bene in evidenza".

Gargani

''Non lo è stata la Dc nel '48 un partito di soli cattolici, figuriamoci se oggi c'è spazio per un partito di cattolici... Ci vuole un centro, non altro''. Ne è convinto Giuseppe Gargani, storico parlamentare Dc e attuale presidente della 'Federazione popolare dei democratici cristiani', fondata nel 2019. L'ex ministro della Giustizia prende spunto dall'editoriale di Marco Follini per spiegare all'Adnkronos che ora è il momento di costituire in partito di centro: ''Tutti quei partiti che hanno una comune sensibilità culturale e strategia devono fare un partito di centro, perché esiste in questo Paese un comune sentire che va sotto il nome di centrismo".

Il "centrismo", assicura Gargani, "è l'unico in grado di governare. Le 'estreme' non possono governare. Noi da vari anni siamo stati governati dalle 'estreme', che avevano la maggioranza'', ma ora ''con Draghi è tornato il centrismo e con lui la politica di centro e quindi il governo...''. Gargani rievoca il passato per spiegare il presente e precisare che ''il partito dei cattolici in sostanza non c'è mai stato in Italia. C'è stato, invece, un partito laico che ha avuto un'ispirazione cattolica e cristiana, sostenuto in un primo momento anche dal Vaticano, che ha messo come base valoriale il messaggio politico di Sturzo. Mi riferisco al popolarismo, anzi, alla cultura del popolarismo". La Dc, ricorda, "è nata nel '46-48 e intanto poteva esistere perché aveva aderito al popolarismo". "Senza il popolarismo, non sarebbe esistita la Democrazia cristiana'', avverte Gargani.

''De Gasperi poi -sottolinea- aveva capito che il partito di soli cattolici avrebbe spaccato il Paese". Da qui ''la necessità di aggregare". La Balena bianca è stato un "partito cattolico che ha aggregato tutti i mondi possibili. Il vero centrismo è iniziato, quindi, con De Gasperi quando aveva la maggioranza assoluta. Adesso -avverte- c'è il personalismo che porta alla divisione".

"Da quando Berlusconi ha inventato il partito personale, tutti lo hanno copiato, si sono ispirati all'individualismo del Cav, ma solo lui se lo poteva permettere, perché aveva grande riscontro popolare nel Paese. Lo ribadisco: non è possibile un partito di soli cattolici. Basti pensare alla mia Federazione, creata nel 2019, dove hanno aderito formalmente 60 tra associazioni cattoliche, laiche e riformiste, ovvero, un mondo del centro allargato ai laici anche alla sinistra".

Mannino

Sui cattolici in politica, e sullo spazio per un centro popolare moderato nella politica italiana di oggi "cerco di distinguere tra ragione e sentimento". Non è una citazione letteraria, quella di Calogero Mannino all'Adnkronos, ma l'ammissione amara che nel suo 'Punto' pubblicato oggi sul sito dell'Agenzia, "Marco Follini ha ragione" circa il fatto che quell'esperienza, legata alla Dc, "è stata un'eccezione".

"La Dc è finita per tante ragioni, e un episodio: un suo pezzo si è trasferito a sinistra, fuori dal centro, lanciandosi fra le braccia degli eredi del comunismo. C'è stata così la rinuncia di una parte dei cattolici in politica di mantenersi 'perno' dell'incrocio tra liberalismo e socialdemocrazia europea secondo l'alta ispirazione di Leone XIII, concretizzatasi nel popolarismo di don Sturzo". Il richiamo al Papa della 'Rerum novarum' porta il più volte ministro della prima Repubblica a toccare con mano il tempo, e gli eventi trascorsi.

Per arrivare alla conclusione: "Oggi in politica non c'è più spazio per i cattolici come 'partito': i cattolici possono scegliere di andare o nel Pd, dove c'è un pezzo di Dc che ha scelto di porsi come fanalino di coda di altri, oppure di andare al seguito di altri, e non a caso alla fine della prima Repubblica, un'altra parte fece la sua scelta, quella di andare Silvio Berlusconi". Ciò non vuol dire, precisa Mannino, che ora abbiano scelto Salvini o Meloni: "Semplicemente, oggi i cattolici sono pochi, quindi irrilevanti, al massimo possono rimanere dei frammenti in casa altrui".

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