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Cesare Battisti, ex leader Pac ora è detenuto comune

29 settembre 2022 | 14.55
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Il regime di carcerazione è stato declassificato. Insorge Fdi

(Afp)
(Afp)

Il regime di carcerazione di Cesare Battisti è stato declassificato da alta sicurezza a comune. Lo conferma il suo avvocato Davide Steccanella che da tempo sollecitava l'istanza per l'ex leader dei Pac. Il provvedimento, un atto interno al Dap e non in possesso del difensore, non cambia nulla rispetto alla pena che Battisti deve ancora scontare. L'unica novità, che non ha a che fare col provvedimento, è che l'ex protagonista della lotta armata potrebbe essere trasferito dal carcere di Ferrara a quello di Parma.

"Quella di prima era una decisione sbagliata: l'ultimo reato commesso da Cesare Battisti risale al 1979, non c'è nessun pericolo di un ritorno al terrorismo e declassificare il suo regime carcerario è la scelta corretta che nulla cambia rispetto alla pena che deve scontare e che non costituisce nessuna offesa alle vittime. E' una decisione interna al Dap e che non va strumentalizzata politicamente" dice all'Adnkronos l'avvocato Steccanella.

"Sono contento perché si tratta di civiltà giuridica e, per quanto riguarda il trattamento dei detenuti, è un segno di democrazia e civiltà - afferma Gianfranco Sollai, uno dei legali dell'ex leader dei Pac - Lo Stato mai deve vendicarsi: è passato il tempo e Battisti ha dato prova di non avere alcun legame con quanto accaduto in passato".

Riguardo ad alcuni commenti arrivati da esponenti di Fdi, l'avvocato conclude: "Forse non hanno capito che abbiamo raggiunto in Italia e in Europa un livello di civiltà giuridica a cui non possiamo rinunciare. Non è degno di chi rappresenta lo Stato fare affermazioni di quel genere, non dobbiamo tornare indietro, ma andare avanti e progredire anche sotto questo punto di vista".

LE REAZIONI - "Ultimo soccorso al terrorismo rosso" dichiara Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato e responsabile giustizia di Fratelli d’Italia. "Una aberrazione! - scandisce - Dopo anni di latitanza e di fuga dalle sue responsabilità penali, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune. Una vergogna! Ancora più una vergogna che il Dap stia prendendo questa gravissima e scellerata decisione a pochi giorni dal cambio del governo. L’impunità del terrorismo rosso non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo”.

"L'importante è che" Cesare Battisti "resti in carcere e sconti in galera la sua pena per l'omicidio di mio fratello e di altri" afferma all'Adnkronos Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente di pubblica sicurezza in servizio alla Digos di Milano, ucciso il 19 aprile 1979 in un attentato in seguito rivendicato dal gruppo dei Proletari armati per il comunismo. "Io penso che la giustizia italiana funziona e se è stato fatto è lecito - osserva riguardo alla declassificazione - Contento per lui: si goda gli anni di carcere che gli rimangono come un detenuto normale anche se rimarrà sempre un assassino".

"Farò in modo che questa richiesta venga bloccata perché la violazione del rispetto per le vittime deve, una volta per tutte, finire" dice all'Adnkronos Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi Torregiani, ucciso 40 anni fa da un commando dei Pac davanti alla gioielleria di famiglia e a sua volta rimasto ferito, dicendosi "per nulla" d'accordo con la declassificazione del regime di carcerazione. Un passaggio che, secondo Torregiani, rischia di essere il preludio a "ulteriori richieste" con il "pericolo, il tentativo neanche tanto subdolo, di abbreviare la condanna".

"Il prossimo passo potrebbe essere la scarcerazione, finirà che lo troveremo un libero cittadino" commenta Adriano Sabbadin, figlio di Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 fa da un commando dei Proletari armati per il comunismo. "A qualcuno forse - sottolinea Sabbadin - dà fastidio che Battisti sia in carcere. E' una vergogna, siamo al limite del ridicolo. Temo non avremo mai giustizia. Mi auguro ci pensino bene prima di dargli il normale regime carcerario. Per noi familiari delle vittime è una sberla enorme".

Per Potito Perruggini, presidente dell'Osservatorio nazionale per la verità storica 'Anni di Piombo', "queste concessioni gratuite senza alcun contributo alla ricerca della verità non fanno altro che confermare una presenza attiva della rete di soccorso rosso. La giustizia italiana continua ad essere sbeffeggiata pubblicamente da questo terrorista pluriomicida. Mi auguro che il nuovo governo provvederà a correggere eventuali fughe in avanti fatte dal Dap".

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