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Pensione: Cgil e Spi, dibattito a Bergamo con Cesare Damiano

04 agosto 2015 | 10.04
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Pensione: Cgil e Spi, dibattito a Bergamo con Cesare Damiano

Alla lista di domande di pensionati, lavoratori e sindacalisti, davanti a una platea di circa 200 persone, ha risposto per più di due ore, passando da valutazioni politiche a spiegazioni tecniche sui meccanismi di calcolo della pensione; dettagli tecnici che, però, fanno la differenza, dopo una vita di lavoro, per molti italiani a un passo dalla pensione. Cesare Damiano, ex sindacalista, ex ministro del Lavoro, oggi presidente della commissione Lavoro della Camera dei deputati, è intervenuto all’incontro pubblico organizzato ieri pomeriggio a Bergamo da Cgil e Spi-Cgil al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di via Petrarca. Al centro della discussione, le pensioni in un momento delicato in cui del tema si torna a parlare a livello nazionale.

Dalla questione della loro rivalutazione dopo la sentenza della Corte Costituzionale, alla dichiarazione di Tito Boeri in merito a un’ipotetica revisione dei trattamenti in essere in particolare con riferimento a chi percepisce la pensione col vecchio sistema retributivo, ma anche domande sulle pensioni dei lavoratori edili con mansioni particolarmente pesanti e sul destino delle pensioni di chi, oggi lavoratore atipico, avrà una carriera contributiva frammentata, con troppi 'buchi' previdenziali: moltissimi i temi toccati, moltissimi i quesiti rivolti all’ex ministro:

“Sono un uomo del dialogo, ma sono in dissenso con Renzi quando attacca il sindacato: se vuoi trovare una soluzione sulla questione delle pensioni occorre parlare coi pensionati, con chi ne sa, con i sindacati dei pensionati”, ha detto Cesare Damiano rispondendo alle domande. “Non sono d’accordo sulla flessibilità nei meccanismi per andare in pensione se si prevede un taglio, una penalizzazione che raggiunge il 30% per chi decide di andarci in anticipo: è una misura ingiusta, irragionevole. Mi sono stufato dei tweet, di chi spiega in due parole cosa contiene una riforma, che invece è materia complessa che va studiata”, ha avvertito. Ma Damiano si è anche definito “un dialettico non dogmatico: posso criticare il governo ma non lavorerò mai per farlo cadere”.

“L’incontro con Damiano è l’occasione per avviare rapporti sindacato-politica un po’ meno conflittuali e più costruttivi partendo da un tema come quello delle pensioni”, ha detto in apertura dell’incontro Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil di Bergamo. “Le ipotesi di questi giorni - ha detto - si basano sulla proposta del presidente dell’Inps Boeri di introdurre il calcolo contributivo per consentire a un lavoratore di andare in pensione prima dei 66 anni di età previsti e che comporterebbe, però, una riduzione del 30% del valore della pensione. Dall’altra parte, c’è la proposta Damiano-Baretta di un meccanismo di penalizzazioni e incentivi per consentire l’andata in pensione a 62 anni con 35 anni di contributi e per chi ha maturato i 41 anni di andare in pensione senza penalizzazioni, indipendentemente dall’età. Questa proposta andrebbe incontro ai lavoratori precoci".

"La Cgil - ha ricordato - è per inserire in un sistema troppo rigido creato dalla legge Fornero criteri di flessibilità in uscita e la proposta Damiano va in questa direzione. Esiste poi un problema sociale irrisolto che è quello degli esodati. Occorre fare chiarezza sulle risorse economiche per garantire un futuro pensionistico ai giovani. La prossima legge di stabilità è l’appuntamento per discutere di queste cose e il dialogo con i sindacati è indispensabile se si voglio evitare i pasticci fatti con il governo Monti. Ce la facciamo? Io credo di sì, se riprende il dialogo”.

“La tutela di chi è oggi in pensione, tornata alla ribalta sia per la sentenza della Corte sul meccanismo di congelamento delle perequazioni che per le dichiarazioni del presidente dell’Inps, sembrerebbero prefigurare una revisione dei trattamenti in essere”, ha aggiunto Gianni Peracchi, segretario generale dello Spi-Cgil di Bergamo. “Le scadenze utili per poter intervenire su questo fronte sono tra l’altro non lontanissime. In questi giorni le segreterie unitarie dei pensionati stanno incontrando il ministro del Lavoro per cercare di alzare maggiormente il reale aumento delle pensioni a partire dal 2017, in modo che si ‘mantenga’ nel tempo e, soprattutto, di dare risposte anche ai pensionati meno abbienti, quelli, cioè, sotto la soglia di tre volte il trattamento minimo”, ha aggiunto.

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