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Cgil: Nicolosi, da Scudiere arroganza, non sono leader minoranza

04 aprile 2014 | 14.34
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Cgil: Nicolosi, da Scudiere arroganza, non sono leader minoranza

Roma, 4 apr. (Labitalia) - "Da parte mia non c'è alcuna intenzione di fare il leader della minoranza. In questo momento dobbiamo lavorare per l'unità della Cgil, che è un bene prezioso. Però non ci deve essere prepotenza e quella del mio collega di segreteria Scudiere è stata una dichiarazione infelice, prepotente e anche arrogante". Così Nicola Nicolosi, segretario confederale della Cgil, risponde, in un'intervista a Labitalia, all'altro segretario confederale del sindacato, Vincenzo Scudiere, che ieri in una nota aveva stigmatizzato la presa di posizione di Nicolosi, con il leader Fiom Maurizio Landini, Domenico Moccia e Gianni Rinaldini, su regole congressuali ed emendamenti sottolineando come "preoccupante l'attivismo di Nicola Nicolosi che è giustificabile solo in presenza della volontà di candidarsi a leader di una minoranza''.

E Nicolosi ritorna sulla questione degli emendamenti. "Innanzitutto dico -spiega- che io faccio parte da 15 anni della maggioranza della Cgil e anche in questo percorso congressuale ho lavorato per il raggiungimento del risultato del voto el 97,5% degli iscritti per il nostro documento. Ma io sono anche il primo firmatario degli emendamenti sulle pensioni. E questi emendamenti , che sono parte integranti del documento congressuale, hanno raggiunto la maggioranza dei votanti in Lombardia, Piemonte, Friuli, Toscana, Emilia, Marche, Abruzzo, e cioè regioni che contano la maggioranza degli iscritti della Cgil".

Diversamente è andata al Sud, sottolinea Nicolosi. "Faccio invece fatica a comprendere, e il mio è un faccio fatica retorico, come sia possibile -sottolinea- che proprio nelle regioni del Sud, dove la disoccupazione è altissima non si comprenda la valenza di un emendamento come il nostro, che punta a superare gli effetti dell'allungamento dell'età pensionabile imposti dalla riforma Fornero, e che non è riuscito comunque a raggiungere la maggioranza. E per effetto del voto al Sud -continua Nicolosi- i miei emendamenti non raggiungono la maggioranza per 50mila voti, fermandosi al 46,5% a livello nazionale. Ma -ribadisce Nicolosi- vedendo il risultato ottenuto nelle regioni che rappresentano la maggioranza degli iscritti alla Cgil, rivendico che i miei emendamenti sulle pensioni sono maggioranza tra gli iscritti del sindacato".

Nonostante ciò, conclude però Nicolosi, "io continuo a lavorare per l'unità della Cgil, ma vanno riconosciute le sensibilità e le pluralità presenti nell'organizzazione, con l'arroganza e le prepotenze".

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