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Cgil: tre giornate sul lavoro, non c'è sviluppo senza sindacati

05 maggio 2014 | 09.52
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Cgil: tre giornate sul lavoro, non c'è sviluppo senza sindacati

Roma, 5 mag. (Labitalia) - Il lavoro non si crea fissando l'attenzione per l'ennesima volta solo sulle regole del mercato del lavoro e sull'aumento della flessibilità (che corrisponde ormai sempre di più a precarietà), senza mettere in campo una strategia politica generale che parta dal rilancio dell'industria, della produzione e della ricerca accanto ad una vera riorganizzazione e modernizzazione dei servizi pubblici e dei servizi alle imprese. E non ci sarà alcuno sviluppo - né modernizzazione - se si sceglierà la strada della cancellazione dei sindacati e dei cosiddetti corpi intermedi. Sono questi i messaggi principali che emergono dalle tre Giornate del lavoro organizzate dalla Cgil a Rimini, alla vigilia del Congresso nazionale che parte domani.

Tre giorni di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, musica, film e fiction televisive dedicate alle tante storie del lavoro. Il “festival del lavoro”, che la Cgil vorrebbe ora ripetere ogni anno, è stato anche l'occasione per un confronto ravvicinato con i rappresentati del governo (sul palco di Rimini si sono alternati vari ministri) per andare oltre le semplificazioni mediatiche. Oggi la giornata sarà dedicata invece ai problemi dell'economia globale e al ruolo del sindacato in Europa.

Domani si partirà con il XVII Congresso, che si chiuderà giovedì con le conclusioni del segretario generale Susanna Camusso. Le Tre giornate del lavoro sono state seguite minuto per minuto dalla radio della Cgil, Radio articolo 1 e dalla redazione di rassegna.it. Un lavoro che ora si ripeterà con il Congresso.

E che si debba ripartire dal lavoro, da una sua nuova valorizzazione e da una sua riconsiderazione generale, è stato il punto su cui si sono trovati d'accordo tutti gli ospiti delle tre giornate di Rimini. Il problema è quello di accordarsi sulle strade nuove da scegliere per “cambiare verso” nei fatti e non nei facili slogan elettorali. Tutti i dibattiti di questi giorni hanno avuto come centro questo tema e una sorta di sintesi generale si è cercato di tracciarla nella tavola rotonda di ieri pomeriggio, “Lavoro per ricostruire l'Italia”, a cui hanno preso parte Giuliano Poletti, ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival dell'economia di Trento, Monica Poggio, direttore Risorse umane Bayer Italia e Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil.

Un dibattito con al centro i ragionamenti sul decreto Poletti, con l'intervento su contratti a termine e apprendistato, difeso dal ministro ma pesantemente attaccato dalla Cgil come ulteriore strumento di precarizzazione del mercato del lavoro. Il ministro ha cercato di difendere il suo decreto e soprattutto di spiegare la contraddizione tra gli annunci di una nuova politica del lavoro e la ripetizione di vecchie formule che in questi anni non hanno risolto il problema, anzi lo hanno peggiorato viste le cifre della disoccupazione.

Al Palacongressi di Rimini (via della Fiera, 23) partirà domani mattina il XVII Congresso nazionale della Cgil, che che quest'anno ha scelto come slogan di fondo 'Il Lavoro decide il Futuro'. Si partirà con la relazione del segretario generale, Susanna Camusso, in programma per le ore 11. Sempre nella giornata di domani sono previsti, tra gli altri, gli interventi dei leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Mercoledì sarà la giornata dedicata al dibattito congressuale, mentre giovedì 8 si chiuderanno i lavori con le conclusioni del segretario generale della Cgil previste per la tarda mattinata.

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