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ESPLORAZIONI

Champagne, Sauternes e Bordeaux in fondo al mare

23 giugno 2022 | 16.50
LETTURA: 2 minuti

Sarebbe un carico da centinaia di migliaia di bottiglie affondato nel 1918 a bordo della nave Libourne al largo delle coste britanniche: ancora complicato il recupero

Champagne, Sauternes e Bordeaux in fondo al mare

Migliaia, forse centinaia di migliaia di bottiglie in fondo al mare. Questo è stato il destino di tante etichette di prestigio nel lontano 1918, per l’esattezza il 29 settembre, giorno in cui la nave SS Libourne fu colpita da un sottomarino tedesco e colò a picco al largo delle coste meridionali della Gran Bretagna. Morirono anche tre membri dell’equipaggio.

Della Libourne non si è saputo più nulla fino al 2015, quando il piroscafo è stato scoperto da una squadra composta dallo storico e scrittore navale Ian Hudson, dall'ingegnere navale Daniel Jayson e dal subacqueo Luc Heymans, tra gli altri. Tra le sorprese del ritrovamento c’è senza dubbio questo carico infinito di bottiglie - dal formato magnum in su - che vede tra le referenze Champagne, Sauternes, Bordeaux, brandy e Benedictine, un liquore digestivo.

Difficile fare una stima della quantità di bottiglie trasportate, poiché gran parte dell’alcol non era stato dichiarato sulla lista di carico - il mezzo trasportava ufficialmente solo carbone diretto a Bordeaux.

Ora la squadra è impegnata nel recupero delle bottiglie e Hudson e Jayson si dicono fiduciosi in un salvataggio almeno parziale. I due ricercatori infatti hanno dichiarato a Wine Spectator che ci sono diversi tappi di Champagne muniti di gabbiette ed è così anche per i vini rossi, soprattutto quelli chiusi con ceralacca. L’obiettivo è quello di salvare e vendere quante più bottiglie possibile, donando una parte dei proventi alla Coastguard Association e agli enti di beneficenza della Royal National Lifeboat Institution.

"Idealmente, vorremmo fare un salvataggio di massa e tirare fuori tutto ciò che vale la pena salvare", ha detto Hudson. Ma c’è un inghippo burocratico. Il Regno Unito infatti si attiene alla Convenzione dell'UNESCO del 2001 sulla protezione del patrimonio culturale sottomarino, che evita il disturbo dei siti subacquei con più di 100 anni. Gli esploratori, al contrario, sostengono che, poiché il carico è deperibile e il Libourne si è praticamente sbriciolato (in gran parte a causa dei pescherecci della Manica), il divieto in questo caso non è applicabile. La missione è dunque in attesa di una dispensa, nonché di nuovi sostenitori finanziari.

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