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20 agosto 2019 | 11.17
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Conte, le cui comunicazioni sono in calendario alle 15 nell'aula di Palazzo Madama, spiegherà come intende agire dopo la rottura del patto di governo, se dimettersi direttamente, rimettendo il mandato nella mani di Sergio Mattarella o se consentire all'assemblea di votare le risoluzioni annunciate, che chiedono le sue dimissioni

Immagine di repertorio (Palazzo Chigi)
Immagine di repertorio (Palazzo Chigi)

Oggi pomeriggio il premier Giuseppe Conte parlerà al Senato. E il futuro del governo M5S-Lega sarà, finalmente, più chiaro. Conte, le cui comunicazioni sono in calendario alle 15 nell'aula di Palazzo Madama, spiegherà come intende agire dopo la rottura del patto di governo, se dimettersi direttamente, rimettendo il mandato nella mani di Sergio Mattarella o se consentire all'assemblea di votare le risoluzioni annunciate, che chiedono, appunto, le sue dimissioni. Mezz'ora prima dell'intervento di Conte, la riunione dei capigruppo definirà temi e modi dell'eventuale dibattito sulla comunicazioni del presidente del Consiglio.

IPOTESI DIMISSIONI - Nella giornata cruciale del governo, non si ha ancora la certezza di cosa dirà il premier ma diverse sono le ipotesi che nelle ultime ore hanno preso corpo. Dopo il suo discorso, Conte potrebbe recarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni. A quel punto eviterebbe il voto di sfiducia dopo il dibattito in Aula. Il Capo dello Stato avvierà le consultazioni per verificare se esistono maggioranze alternative che possano dar vita a un nuovo esecutivo.

VOTO RISOLUZIONI - Se invece il presidente del Consiglio non dovesse rassegnare le dimissioni, dopo il dibattito in Aula potrebbero essere messe ai voti le risoluzioni sulla fiducia al governo Conte. Salvini, a più riprese, ha detto di voler ascoltare prima quello che il premier dirà e poi si capirà se la Lega presenterà la mozione di sfiducia nei confronti del premier. A ogni modo, in caso di sfiducia, Conte si recherà al Colle per dimettersi.

RICUCITURA M5S-LEGA - Altra ipotesi, la meno caldeggiata, è quella di un ritorno del governo gialloverde ossia la ricucitura dello strappo tra M5S e Lega. Magari con un maxi rimpasto e un altro premier. Negli ultimi giorni sono state diverse le aperture di Salvini ("Il mio telefono è sempre acceso" ha sottolineato spesso il vicepremier leghista) anche se i Cinquestelle, domenica scorsa, riuniti con il garante del Movimento Beppe Grillo, sembrano aver chiuso la porta a doppia mandata. Per i pentastellati Salvini è "inaffidabile" e difficilmente saranno disposti a stilare un nuovo patto con i leghisti.

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