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Chiamparino si dimette da presidente della Conferenza delle Regioni

22 ottobre 2015 | 19.05
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Chiamparino si dimette da presidente della Conferenza delle Regioni

Il governatore Sergio Chiamparino ‎si dimette da presidente della Conferenza delle Regioni dopo i rilievi della Corte dei Conti sul disavanzo del Piemonte. ‎Al termine della riunione dei governatori, che oggi si sono incontrati per discutere la loro valutazione sulla legge di stabilità, Chiamparino ha annunciato: "Ho rassegnato le mie dimissioni da presidente della Conferenza non per il giudizio sulla legge di stabilità. Una Regione con un bilancio in questa situazione non può fare da guida a tutte le Regioni. Mi devo dedicare di più al lavoro nella Regione Piemonte”. Il pressing fatto da tutti i colleghi, che gli avevano chiesto di ripensarci, non ha fatto cambiare idea al governatore che tuttavia ha "congelato" le dimissioni per proseguire, in questa fase, l'interlocuzione sulla legge di stabilita'.

Proprio sulla manovra il giudizio delle Regioni è, complessivamente, positivo. "C'e' pero' la questione di un chiarimento di fondo rispetto alle dichiarazioni fatte da Lorenzin secondo la quale fu un errore affidare la sanità alle Regioni, ha affermato Chiamparino. "Come ha detto giustamente il presidente della Toscana Enrico Rossi se il governo ha lo stesso giudizio del ministro Lorenzin si prenda la sanità - ha aggiunto -e fra 5 anni faremo delle valutazioni". Da parte del governo "serve un chiarimento sul ruolo che si pensa di assegnare alle regioni".

Quando ai numeri della legge, il taglio alle Regioni per la parte extra sanità ammonta a 900 mln di euro. "Sui tagli extra sanità ponemmo la questione dei 2,2 mld di euro di tagli - ha osservato Chiamparino riferendosi alla sforbiciata legata a finanziarie pregresse - ma su questo sembra esserci una neutralizzazione di 1,3 mld di euro. Dunque più della metà del taglio è neutralizzato". Attraverso un meccanismo legato al riacquisto di bond da parte delle Regioni, ha spiegato Chiamparino, anche parte di questi tagli potrebbe essere "coperta".

Sul fondo sanitario nazionale c'è un mld di euro in più rispetto al 2015 invece dei 3 mld previsti dall'accordo preso a luglio in Stato-Regioni, ma serve "una risposta" del governo su alcuni punti per capire se questa cifra è sufficiente o meno. "Sulla sanità vi è un aumento di un mld rispetto ai 3 mld previsti. Questo mld parrebbe, ma è da chiarire, vincolato per 800 mln alla definizione dei nuovi Lea - ha precisato - Un altro elemento da chiarire è la questione dove stanno appostati i fondi per il rinnovo dei contratti e come vengono collocati i farmaci innovativi e per combattere l'epatite C".

"Questo fa una differenza assai significativa per i bilanci regionali - ha osservato Chiamparino - Contratti e farmaci innovativi valgono quasi un mld come possibile ricaduta sui bilanci. Una risposta da parte del governo dunque non e' irrilevante per capire se un mld in piu' per il fondo sanitario e' capiente o no". In ogni caso, dopo le parole del premier Matteo Renzi che ieri ha parlato del divieto per i Comuni e per le Regioni di alzare le tasse, Chiamparino ha chiarito: "Certamente la nostra intenzione non e' quella di mettere nuove tasse".

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