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Usa: Chicago, rieletto il sindaco alleato Obama, ma partito è spaccato

08 aprile 2015 | 14.11
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Rahm Emanuel era stato costretto al difficile ballottaggio da consigliere comunale democratico sostenuto dai liberal, dai giovani e della minoranze che accusano l'ex capo dello staff della Casa Bianca di aver messo al primo posto gli interessi dei ricchi e potenti. E per molti osservatori quello che è successo a Chicago deve essere un monito per Hillary Clinton in vista delle presidenziali.

Rahm Emanuel e Hillary Clinton insieme ad un evento a Chicago(Foto Infophoto)
Rahm Emanuel e Hillary Clinton insieme ad un evento a Chicago(Foto Infophoto)

Alla fine Rahm Emanuel è riuscito a essere rieletto sindaco di Chicago, la città del presidente Obama, e suo grande alleato politico, che in questi mesi è diventata una sorta di laboratorio delle pericolose tensioni interne che il partito democratico, e la probabile candidata presidenziale Hillary Clinton, dovranno affrontare nel 2016. L'ex capo dello staff della Casa Bianca infatti ha dovuto lottare con i denti contro il candidato liberal Jesus Chuy Garcia che, alle elezioni dello scorso febbraio, aveva costretto, per la prima volta negli ultimi 20 anni, il sindaco in carica, che aveva iniziato la campagna come scontato front runner, al ballottaggio.

Il consigliere comunale ispanico infatti ha attaccato il sindaco democratico come esponente di un establishment del partito che ha messo al primo posto gli interessi dei più ricchi e dei più potenti, abbandonando invece i residenti dei quartieri più poveri, abitati da working class e minoranze. Una delle principali accuse mosse al sindaco la controversa decisione presa dal sindaco di chiudere 49 scuole elementari nei quartieri più difficili di Chicago.

Rimasto fermo al 46% dei voti alle elezioni di febbraio, Emanuel per poter imporsi al ballottaggio di ieri, con uno scarto di 10 punti, ha dovuto puntare proprio sulla potente macchina elettorale, che gli ha permesso di raccogliere 20 milioni di dollari solo nell'ultima settimana di campagna, contro i 4 milioni dello sfidante, che Garcia gli rinfaccia.

"Emanuel dipende dalle ingenti donazioni delle corporation per essere eletto, rieletto e non si occupa dei problemi che devono affrontare ogni giorno le persone comuni", aveva detto il consigliere democratico poco prima del voto. Parole e argomenti, sottolineano oggi i commentatori politici di Chicago, che dovrebbero suonare come un monito per la Clinton. Anche l'ex segretario di Stato, ed ex first lady viene considerata dall'ala più liberal del partito troppo vicina agli interessi del famigerato "un per cento".

A Chicago la particolare coalizione di giovani, liberal e elettori delle minoranze che è stata cruciale per le vittorie di Obama - ed ora sogna la candidatura dell'economista, diventata senatrice anti Wall Street Elizabeth Warren - ha voltato le spalle al sindaco ex braccio destro del presidente. Ed ha considerato il praticamente sconosciuto Chuy Garcia, un uomo che viene dai quartieri più poveri, il segnale del 'change', il cambiamento antico slogan di Obama, sottolinea oggi un commento del Chicago Tribune ricordando che Hillary avrà bisogno del sostegno di questa coalizione, diventata la base elettorale democratica, per vincere nel 2016.

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