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Chicco Testa: "Compost aerobico? Puzza e vale poco"

29 gennaio 2019 | 15.15
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(Fotogramma)
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di Loredana Errico

Gestire i rifiuti organici in impianti aerobici o anaerobici? Non ha dubbi il presidente di Fise Assoambiente, Chicco Testa, secondo cui bisogna puntare su impianti di digestione anaerobica che permettono la produzione di biogas e biometano. Il processo aerobico, che si svolge in presenza di ossigeno, spiega Testa all’Adnkronos, oltre ad avere problemi legati al cattivo odore, “trasforma il rifiuto organico in un concime a bassa intensità che vale anche molto poco da un punto di vista economico”.

Per evitare il cattivo odore, sottolinea Testa, “bisogna fare impianti molto complessi, per esempio in depressione, capaci di trattenere l’aria all’interno, ma sono abbastanza costosi”. Con il processo anaerobico, invece, che si svolge in assenza di ossigeno, “dalla frazione umida dei rifiuti si estrae biogas, e volendo anche biometano, per il quale si riceve un buon prezzo e che si può immettere anche nella rete del gas”.

Inoltre, aggiunge Testa, da questo processo si ottengono “altri due sottoprodotti: uno è l’anidride carbonica, che si può vendere all’industria alimentare in quanto è un additivo per le bibite gasate; e l’altro è compost che, anche se in quantità minore, è sicuramente più pulito”. Gli impianti aerobici, dunque, sono da demonizzare? No, se si tratta di piccoli impianti per servire piccole comunità ma che, avverte Testa, devono essere comunque realizzati in posti abbastanza isolati così da evitare il problema del cattivo odore. “Certamente - conclude Testa - con gli impianti di compostaggio non si può pensare di risolvere il problema della gestione dell’umido di Roma”.

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