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Chieti, truffa all'Inps per 1,5 mln euro: 45 denunce della Gdf di Vasto

21 maggio 2014 | 13.05
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Chieti, truffa all'Inps per 1,5 mln euro: 45 denunce della Gdf di Vasto

Maxi truffa ai danni dell'Inps, scoperta grazie alla complessa operazione della Guardia di Finanza di Vasto che ha permesso di denunciare 45 persone per l'indebita percezione di assegni sociali per oltre 1,5 milioni di euro e di sequestrare 162 unità immobiliari e 50 conti correnti.

L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Vasto, Enrica Medori, ha consentito di accertare, nell'ambito del contesto di 'Spending Review', una peculiare frode finalizzata alla percezione di assegni sociali, la 'pensione minima'. Responsabili della truffa 45 persone che, residenti nei paesi dell'America Latina (Brasile, Argentina e Repubblica Dominicana), sono tornati in Italia al compimento del 65° anno, il tempo necessario per stabilire la residenza. Un requisito, previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che viene conseguito quando un soggetto rimane iscritto presso l'anagrafe comunale per un periodo superiore a 183 giorni.

Nel periodo di permanenza in Italia gli indagati hanno richiesto all'Inps competente per territorio la prevista pensione minima, aprendo contemporaneamente un conto corrente o libretto bancario/postale dove far confluire le somme indebitamente spettanti. I controlli effettuati hanno accertato che solo 'cartolarmente' i 45 beneficiari denunciati erano in possesso dei requisiti previsti dalla legge 8 agosto 1995 per ottenere l'assegno sociale. Tutto sembrava in regola, con un piccolo particolare, la residenza dei soggetti in Italia non aveva il carattere della fissa dimora. Infatti, ottenuto il riconoscimento dell'assegno sociale, i beneficiari sono rientrati nel loro paese di provenienza.

Nel corso delle indagini sono state monitorate oltre cento posizioni sospette ed è stata acquisita tutta la documentazione bancaria e postale inerente i conti correnti e i libretti di risparmio sui quali venivano accreditate le somme erogate dall'Inps, il cui esame ha consentito di accertare come gli stessi beneficiari dell'assegno sociale effettuassero prelievi, a volte, anche per il tramite di altri soggetti cointestatari o delegati , effettivamente dimoranti in Italia.Per dimostrare ed accertare l'effettiva assenza dall'Italia, sono stati controllati gli indirizzi di residenza, acquisendo informazioni anche dalle persone residenti nelle immediate vicinanze. I 45 soggetti per anni hanno beneficiato di una prestazione non dovuta arrivando a truffare l'ente previdenziale per oltre 1.500.000 di euro.

La sede territoriale Inps vastese, inoltre, in relazione alle anomalie emerse nel corso dell'indagine, ha sospeso il pagamento del beneficio in questione, evitando che venissero indebitamente percepite ulteriori somme dagli indagati sino alla morte ed anche oltre. Infatti, come dimostrato dalle attività, è stato rilevato che in alcuni casi l'Inps aveva erogato il beneficio a persone già decedute all'estero, che risultavano allo Stato Italiano ancora in vita essendo mai pervenuto all'ufficio demografico competente il relativo certificato di morte. A conclusione delle indagini il Gip del Tribunale di Vasto, su proposta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di 162 unità immobiliari e 50 conti correnti nei confronti dei soggetti indagati.

L'attività delle Fiamme Gialle di Vasto si inquadra nel più ampio dispositivo di controllo disposto dal Comando Provinciale di Chieti a tutela della spesa pubblica nazionale, in linea con le direttive impartite a livello centrale, dove si persegue l'obiettivo di salvaguardare il corretto impiego di fondi pubblici e l'efficacia delle politiche di sviluppo sociale e di sostegno in una ottica di equità sociale.

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