(Adnkronos Salute) - "Il controllo ecografico immediato ha confermato il corretto posizionamento dello stent e il ripristino del passaggio di sangue dai polmoni al cuore, obiettivo dell'intervento - sottolinea Ciuffreda - Questo consente di prevenire in utero la compromissione irreversibile della funzione polmonare e di non andar incontro a morte certa alla nascita". Luigi Frigerio, direttore del Dipartimento materno infantile, sottolinea come "i rischi delle procedure intrauterine sono alti e le rendono necessarie in pochi casi selezionati, per i quali i benefici superino i rischi. Occorre avere la certezza che il nostro intervento cambi la storia della malattia, e così è stato in questo caso".
"La procedura è perfettamente riuscita, ma è solo il primo passo - precisa Lorenzo Galletti, responsabile della Cardiochirurgia 2 dell'ospedale di Bergamo - Lo stent ha consentito di migliorare la circolazione polmonare del feto che, dopo la nascita, potrà affrontare il lungo percorso che aspetta i piccoli affetti da ipoplasia del cuore sinistro. Questa cardiopatia resta inguaribile, ma se adeguatamente seguita non impedisce una vita normale, come dimostrano i piccoli pazienti del nostro centro".
Il 'Papa Giovanni XXIII' è infatti centro di riferimento per la diagnosi, il trattamento e la ricerca per il cuore sinistro ipoplasico. Gli specialisti bergamaschi stanno sviluppando, oltre ai trattamenti in età fetale, procedure ibride e volte alla riabilitazione chirurgica del ventricolo sinistro, cercando allo stesso tempo di individuare i geni responsabili di questa rara patologia. (segue)